Cosa accomuna i libri per l’infanzia e gli oli su tela, le sculture in bronzo con la rivista “Fortune”?
Leo Lionni (Amsterdam, 1910 – Radda in Chianti, Siena, 1999). Eclettico, perché fu pittore, grafico, designer, art director, scultore, illustratore, fotografo. E geniale autore di volumi per bambini.
Nato in Olanda e trasferitosi in Italia, prima a Genova e poi a Milano, aderì al secondo Futurismo, partecipando alla vita artistica milanese assieme agli amici
Diulgheroff e
Fillia. Dopo aver lavorato come grafico pubblicitario per importanti aziende (Motta, Olivetti, Lanerossi), nel ‘39 fu costretto a emigrare negli Stati Uniti a causa delle leggi razziali. Lì s’inserì ben presto nel settore della comunicazione, ricoprendo cariche come quella di art director di riviste prestigiose quali “Fortune” e collaborando con alcune tra le massime personalità dell’arte contemporanea, tra cui
Saul Steinberg,
Andy Warhol,
Alexander Calder,
Willem de Kooning e
Fernand Léger.
Nel 1960, tornato in Italia, divenne direttore di “Panorama” e si stabilì in Toscana, dove si dedicò sia alle ricerche sulla
Botanica Parallela che all’ideazione di alcuni tra i più celebri libri per l’infanzia.
In mostra a Parma sono esposte un centinaio di opere, in gran parte inedite, come le serie di ritratti veri o immaginati che provengono direttamente dalle collezioni della famiglia. Dalle tavole con i personaggi dedicati ai bambini sino ai collage, dalle sculture in bronzo ai grandi dipinti e alla grafica: tutto contribuisce a ricostruire un’ampia produzione che ha come filo conduttore il sottotitolo dell’esposizione, l’
Immaginario esemplare. Perché è proprio dal mondo della fantasia, pur legata alle forme della natura, che si sviluppano le ricerche di Lionni, volte a trasfigurare il reale e a identificarvi una peculiare leggerezza poetica, in senso quasi magrittiano.
Una rassegna in cui i bambini, a cui è dedicato il Festival Minimondi, scoprono il mondo dei topolini Federico e Alessandro, o di Pezzettino, o del coccodrillo Cornelio, affascinati e rapiti da una grafica semplice ma di estremo impatto comunicativo, mentre gli adulti immaginano una natura da riscoprire mediante le sculture e i dipinti dai nomi esotici ed evocativi, stimolati a pensare un nuovo rapporto col mondo circostante.
Difficile credere che le opere siano tutte dello stesso artista. Che per tutta la vita, come afferma il figlio nel testo a catalogo, ha lavorato con l’obiettivo di cercare “
una buona idea”. Forse l’ha trovata, e forse anche più d’una.