Finiti gli studi alla Rhode Island School of Design, nel 1991, Melissa McGill ha trascorso due anni viaggiando per l’Europa, alla scoperta dell’arte classica e neoclassica. A queste ha unito il gusto contemporaneo per quello che trascende la superficialità, ed è approdata ad una sua originale ricerca: “Nel mio lavoro studio e rappresento l’interiore, l’invisibile, il lato nascosto” dice “trasformando lo spazio negativo in forma positiva”. Inizialmente usava come tecniche privilegiate la fotografia (con cui catturava ombre di uccelli e di esseri umani), l’installazione e la pittura, a cui dal 1995 ha unito anche la scultura in porcellana. Sette di questi ultimi
Le sculture, Othersiders, di cui due di dimensione umana, hanno una forma incerta, in atto di compiersi e già vagamente riconoscibile, che tende a ricordare e a diventare una figura femminile del XIX secolo, con la gonna ampia che sfiora terra e il capo abbassato. Sono ottenute a partire da statuette comperate nei mercatini delle pulci, nelle cui cavità interne viene fatta colare della gomma liquida: una volta asciugata, costituirà la forma base da ingrandire per creare le opere.
Altro oggetto del suo studio sono le statue barocche di Gian Lorenzo Bernini, in particolare Apollo e Daphne e L’estasi di Santa Teresa. Dalle loro proiezioni fotografiche ricava delle singolari e irriconoscibili rappresentazioni dei soli rientri in ombra, le Shadows, simili a disegni astratti costruiti con corpose forme nere molto lucide, ottenute facendo colare sulla carta la gomma liquida a grandi macchie.
Anche se concentrata su ciò che è all’interno delle cose, Melissa McGill non smette mai di far trasparire il suo amore per la bellezza classica: tutte le sue opere sono equilibrate ed eleganti, gli unici colori con cui lavora sono il bianco candido e il nero lucido e il risultato finale delle sue ricerche ha sempre una doppia valenza, sia concettuale che estetica. Entrambe qualitativamente molto alte.
carolina lio
mostra visitata il 9 ottobre 2004
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