Un progetto di grandi vedute, quello ideato dalla
Fondazione Cassa di Risparmio di Modena. Attraverso una serie di acquisizioni
nell’ambito della fotografia contemporanea, del video d’autore e del cinema
d’artista, l’istituzione si è posta lo scopo di dar vita a una collezione
permanente che possa rappresentare le maggiori ricerche artistiche
internazionali degli ultimi decenni. E non solo: importanti progetti riguardano
la didattica e la ricerca, oltre all’attività espositiva, come nel caso di
Due.La scelta di Filippo Maggia,
chief curator di Fondazione Fotografia, è
caduta su tre artisti giĂ affermati in ambito professionale e altri tre piĂą
giovani, giudicati fra i piĂą interessanti fotografi italiani degli ultimi anni.
Nelle sale dell’ex Ospedale Sant’Agostino, restaurate e dedicate all’attivitĂ
della fondazione, alle stampe di grande formato si alternano le
video-interviste in cui gli autori esprimono in prima persona la loro poetica,
mettendo a nudo motivazioni e metodi di lavoro.
L’intervento di
Luca Andreoni conduce gli spettatori in un
personalissimo viaggio attraverso gli spazi artificiali di tunnel stradali o
crepacci di ghiaccio, che costruiscono scenari estremi e insieme visionari.
Ancora i viaggi sono protagonisti delle riprese di
Luca Campigotto: paesaggi ricchi di fascino
suscitano in chi osserva le fotografie “
stupore e meraviglia”, come afferma lo stesso autore,
che ricerca una propria evidenza poetica attraverso la forza espressa dai
luoghi e la bellezza della luce che li pervade.
Il rigore delle fotografie di
Gianni Ferrero Merlino – geometrie ricavate dalla
struttura delle cattedrali gotiche riprese con il banco ottico e stampate in
modo da ottenere una prevalenza di neri – si contrappone alle coloratissime e
inquietanti
Bubbles di
Chiara Pirito, in cui personaggi sofferenti intrappolati in bolle si
isolano e contemporaneamente osservano un mondo un po’ kitsch.
Un minimalismo raffinato ma carico di senso è il tema
principale delle ricerche di
Francesca Rivetti, che da tempo lavora sui concetti
di vuoto e assenza: piccoli oggetti del vivere quotidiano costituiscono una
galleria dai colori delicati, dove i significati tradizionali sono esorcizzati
attraverso la rottura e la frammentazione dei pezzi su una superficie neutra.
Infine,
Toni Thorimbert: dagli ambienti della moda trae
uno sguardo che gli permette di cogliere il mondo degli esseri umani con le
loro storie, visi e corpi, instaurando spesso rapporti ambigui e disorientanti
con soggetti inanimati, come le sculture o i manichini.
Ciò che unisce le differenti personalità dei sei fotografi
è l’alta qualità tecnica delle loro immagini che, al di là della coerenza dei
singoli progetti, sono curatissime sia dal punto di vista della composizione
sia da quello della realizzazione finale, che si concretizza in stampe di
grande formato di elevata qualitĂ .