Dai tappeti-natura alle opere interattive della new media art. Quella di Piero Gilardi (Torino, 1942) è da sempre una poetica che concilia natura e artificio raccontando le interconnessioni (interdipendenze, appunto) tra vita organica e tecnologica. Attraverso il percorso dei lavori in mostra alla Palazzina dei Giardini, che vanno dal 1964 fino ad oggi, Gilardi racconta la sua presa di posizione radicale nei confronti dell’Arte Povera, nella quale non si è mai del tutto riconosciuto, le discussioni con i compagni di strada e la sua ricerca costante e urgente di un registro relazionale, di un’opera multimediale che miri alla pluralità.
L’esposizione sfoggia una ricca selezione di opere storiche: dai celebri Tappeti natura degli anni Sessanta -ripresi poi negli anni Ottanta- bassorilievi sintetici in poliuretano espanso di frutta, sassi e acqua che lo resero noto; passando per il Vestito stato d’animo, abito creato e indossato dall’artista nel 1964, e le prime installazioni multimediali (Igloo, 1964). Fino alle ultime ricerche interattive, come il recente Vitigno danzante (1989 –2004), una vite che si muove al passaggio del pubblico, animata da cellule fotoelettriche. O come Connected Es, del 1998, installazione computerizzata che coinvolge i corpi attraverso sensori fisiologici.
Dagli anni Ottanta appare dunque definitiva la scelta di lavorare con l’interattività tecnologica, all’insegna di un’arte corale, intesa come stimolo alla partecipazione. Ed è ben chiara l’attenzione rivolta alle ricerche bio-tecnologiche. “L’uomo è necessariamente interdipendente dal dato naturale
La mostra è anche un pretesto per mostrare in nuce il nuovo progetto in progress di Gilardi, nel quale confluiscono quarant’anni di ricerche. Seguendo la tradizione dei parchi d’arte nascerà difatti a Torino, nel marzo 2007, il P.A.V (Parco d’Arte Vivente), di cui sarà direttore artistico, improntato alla problematica delle interazioni simboliche ed estetiche nella vita di tutti i giorni. Un percorso che diverrà una sorta di dispositivo semiotico e cognitivo complesso, come si vede anche dal modellino e dai plastici presenti in mostra, che punterà su ibridazioni tra arte ed ecologia. In un percorso di opere realizzate en plein air dagli artisti, mimetizzate nel verde ambientale.
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www.parcoartevivente.it
francesca baboni
mostra visitata il 20 maggio 2006
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