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Fino al 17.II.2002 | Pulcritudo Amor Voluptas Pico Mirandola alla corte del Magnifico | Mirandola (mo), Centro Culturale Polivalente

di - 17 Gennaio 2002

Sono presentate una cinquantina di opere d’arte e oggetti di uso comune della fine del Quattrocento, il periodo che Pico della Mirandola ha trascorso presso la corte Medicea a Firenze. Obiettivo dell’esposizione è suggerire alcune chiavi di lettura, delineare delle ipotesi di relazioni fra vari campi del sapere (filosofia, pittura e scultura, filologia, politica) che, nel primo Rinascimento, partecipavano a un’assidua osmosi. Una di queste ipotesi è che il filosofo mirandolese, insieme a Ficino, col quale ridiede lustro al neoplatonismo, abbia influenzato enormemente le pratiche artistiche le quali, a loro volta, fornivano sia spunti di riflessione sia, perpetuando forme e modelli legati alla tradizione, occasioni di confronto. Il neoplatonismo ebbe una tale influenza da superare la cerchia di dotti specialisti e trasformarsi, anche banalizzandosi, in suggestione generale, rintracciabile in qualsiasi aspetto della vita di allora. Per esempio, Pico, grazie ai suoi studi cabalistici, favorì la diffusione di un nuovo tipo di percezione che vedeva nel numero un principio strutturale del mondo. I numeri privilegiati divennero quelli proposti dalla tradizione cristiana ed ecco che il 3 (la sacra trinità) divenne un’ossessione per l’epoca; sia si dovesse produrre uno sgabello da lavoro (come quello presentato, dotato di tre gambe) sia ideare uno stemma per una nuova congregazione. Lo stesso Pico fu il primo ad attuare la sua tesi, adottando un motto trino (riproposto come titolo della mostra) e affiancandolo ad un emblema ugualmente eloquente per noi: le tre grazie. L’immagine così ottenuta (riprodotta principalmente su medaglie) divenne un Leitmotiv dell’epoca, venendo imitata da Giovanna Tornabuoni, sorella del Poliziano, e da tanti altri. L’esempio mostra come Pico (è una seconda chiave di lettura) fosse un vero e proprio iniziatore di mode. Sottolineata, inoltre, un’altra problematica: il rapporto del Quattrocento con l’antico. E’ noto il grande interesse rinascimentale per l’epoca classica. Attenzione che portava ad una venerazione, un tentativo di restituire fedelmente i valori antichi e ad una rivisitazione arricchita di nuove suggestioni. I pensatori dell’epoca non si liberarono dei miti classici e delle loro modalità di rappresentazione, ma cercarono di vivificare quell’immaginario già collaudato reinvestendolo di nuovi significati. La filosofia di Pico, sostenendo la conciliabilità fra il mondo classico e quello cristiano, agì come enzima del processo di stratificazione semantica. Il cherubino, oltre che angelo custode, divenne anche simbolo dell’amore trascendente. Pallade Atena (nell’unico capolavoro esposto: “Pallade col Centauro” di Botticelli, prestato dagli Uffizi) non rappresentava più solo la ragione vincitrice degli impulsi animali, ma evocava anche una bellicosa, ma cristianissima Castitas, nemica dell’amore lascivo, accecato dalle frecce del peccaminoso Eros.
La mostra diventa quindi un tentativo di restituire la filigrana culturale di un epoca e individuare l’importanza di Pico in tale processo.
Non sempre, però è perfettamente riuscita. Il difetto maggiore consiste nell’esigua presenza di opere, nella mancata valorizzazione di alcune (non ci sono pannelli esplicativi monografici, ma solo ampi excursus talvolta eccessivamente generici) e nell’approssimazione dell’allestimento (nella sala dedicata alla Vergine è presentato un tessuto raffigurante armi medicee che ha ben poca attinenza con l’iconografia mariana). I difetti della mostra sono suppliti dal catalogo, tanto più utile se si tiene presente che una decina di opere esposte alla mostra sono in realtà riproduzioni fotografiche delle stesse.

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Rinascimento.Capolavori dei musei italiani.Tokyo-Roma 2001
link correlati
www.insr.it
www.brown.edu/Departments/Italian_Studies/pico/

Emanuele Lugli


Pulcritudo Amor Voluptas Pico Mirandola alla corte del Magnifico
Centro Culturale Polivalente
Via F. Montanari, 5 Mirandola (MO)
Tel 053 59683/ 529711
Dal 15-12-2001 al 17-2-2002
Orario continuato dalle 10 alle 19 (chiuso lunedì)
Ingresso: 6000 (e 3), ridotto (e 2) per studenti universitari, militari, over 65 e under 18, gratuito per le scuole.


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