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Molti saranno tentati di scartare a priori la visita ad una mostra dal titolo Arts and Crafts, influenzati da quel pregiudizio ben radicato nell’umanità che stabilisce rigide gerarchie all’interno del mondo dell’arte. La pittura è da sempre all’apice della scala: è la forma artistica più pura, nobile e, quindi, famosa. Poi si scende attraverso la scultura e poi attraverso l’architettura, sempre di più, man mano l’artefice si contamina con la materia e viene a contatto con la quotidianità.
Di conseguenza troviamo il lavoro artigianale, le arti decorative e gli oggetti d’uso tra le arti minori, relegate in un limno tra arte e non arte, spesso ignorato.
L’esposizione, aperta presso il palazzo comunale fino al 6 maggio,parte dalla consapevolezza di questa situazione, per confutare l’esistenza di una distinzione tra settori maggiori e minori dell’arte. Tale rivalutazione deve essere il frutto di tre operazioni inscindibili: la conservazione, la ricerca e la divulgazione. Il museo e le istituzioni culturali, promotrici di questa iniziativa, non mirano solo a tutelare le opere di Aemilia Ars appartenenti alle Collezioni Comunali, ma soprattutto hanno intrapreso un cammino di studio, recupero e classificazione di questo passato, per poi renderlo, di nuovo, possesso di tutti. Quindi, la visita a questa mostra è una ulteriore tappa, offerta da Bologna 2000 ai suoi cittadini, per riappropriarsi del patrimonio passato della propria città.
Aemilia Ars fu fondata da nobili e artisti sul modello della Arts and Craft inglese. Era un gruppo radunato attorno al poliedrico personaggio di Arnolfo Rubbiani, che si proponeva la riscoperta della valenza estetica di quelle arti e di quegli oggetti maggiormente legati alla vita di tutti i giorni. Alla base delle sue attività si poneva il trinomio complesso arte, industria e artigianato.
Il settore centrale era quello dei pizzi e dei merletti. Molti sono esposti per il pubblico, accanto a gioielli, progetti di arredamento e oggetti di vario tipo. Filo conduttore è la fluidità e l’armonia della natura. Figure sinuose, curvilinee, secondo il movimento circolare tipico delle forme minerali e vegetali. L’arte è concepita come “sforzo corale: entità collettiva che prescinde da motivazioni di carattere individuale per diventare, in questo modo genuina espressione del proprio tempo”.
Questo movimento ottenne un grande successo in passato travalicando i confini italiani attraverso esposizioni internazionali, come quella di Liegi (1905) e di Bruxelles (1910).
Marta Severo
“Aemilia Ars 1898-1903. Arts and Crafts a Bologna”
Bologna, Collezioni Comunali d’Arte. Palazzo D’Accursio, Piazza Maggiore 6
Dal 9 Marzo 2001 al 17 giugno 2001
Ingresso: intero, £ 8.000; ridotto, £ 4.000 (persone con età superiore ai 60 anni e studenti). Ingresso gratuito fino a 14 anni
Orari: dalle 9:00 alle 18:30 dal martedì al sabato; dalle 10:00 alle 18:30 la domenica. Chiuso lunedì.
Ufficio stampa: Studio Pesci
Catalogo a cura di Carla Bernardini, Doretta Davanzo Poli e Orsola Ghetti Baldi, A+G edizioni.
[exibart]
Era tempo che aspettavo la recensione. Mi piace tutto questo, si tratta di una sorta di pre-liberty no?
Sono interessata alla trina ad ago chiamata appunto Aemilia Ars dato che credo abbia delle affinità con il puncetto valsesiano. E’ possibile sapere dove e quando nasce? Ci sono delle scuole o si fanno dei corsi? E’ ancora in uso ed ha uno sviluppo commerciale? Grazie