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fino al 18.III.2006 | Jörg Nittenwilm – Unwater | Modena, Galleria 42

di - 9 Marzo 2006

Un intervento del tutto concettuale, dove la raffinatezza diventa qualità formale e fondamentale del lavoro. Come tutta l’opera di Jörg Nittenwilm (Coblenza, Germania, 1967), pregna di concetto ma anche ricca di un’ottima capacità espressiva messa in risalto dal segno incisivo. L’esposizione Unwater verte tutta sul bianco e nero, un contrasto studiato ed essenziale, per palati di un certo tipo. Un gioco visivo che celebra l’essenziale, che prende inizio dalla parete d’entrata, completamente dipinta, un viaggio attraverso una foresta nera gremita di segni, una selva di alberi caratterizzata da una fisionomia che scivola appena nell’astratto, fino ad arrivare alla sagoma di tuffatore dell’ultima sala, che si tuffa nel nero del nulla, macchiandolo del suo bianco. Senz’acqua, appunto. Poiché l’unico luogo –o se vogliamo nonluogo- dove si tuffa, è letteralmente il concetto. All’interno di un concetto rigoroso e severo che non lascia spazio al superfluo. Come un alter-ego dell’artista stesso. Che astrae dalla natura per carpirne il segreto.
Con una definizione asettica e pulita, Nittenwilm toglie tutti gli orpelli per lasciare l’essenzialità del suo gesto minimo. Riduce la natura all’osso, alla sua pura essenza, penetrando al suo interno e traducendolo conseguentemente in pensiero. Si impossessa dello spazio per esaltarne e amplificarne la qualità e la peculiarità visiva. Decifrando la realtà con pochi elementi, seppure sempre sufficienti per capire.
Un piccolo ponte di bronzo in bilico, cascate naturali e muri di case. Il soggetto naturalistico si confonde con una parola che invita alla meditazione, alla lentezza. La sintesi diventa protagonista di un modo di sentire il tracciato del segno. Allo stesso modo agisce nei disegni ad inchiostro cinese su carta cinese, che puntano al particolare puntuale di un viaggio nel passato.

Isole che ricordano la specularità dell’immagine riflessa nell’acqua dell’isola dei morti di Arnold Böcklin, onde hokusai che diventano tutt’altro, vortici, statue e animali. Forme varie del mondo, soggetti anche classici, succubi di un processo di traslazione. Nittenwilm estranea la parola della sua arte e la trasforma in altra cosa, in tensione nozionistica, in elemento che induce ad una riflessione dal rimando colto e inafferrabile. Come la lepre sul punto di compiere un balzo, che diviene metafora – ripresa dal filosofo tedesco Theodor Adorno– dell’artista che sfugge al sistema. Sull’ultima parete, un grumo. Una palla di materia nera, fissata non a caso, che si perde nel bianco del muro. Come un punto di chiusura del percorso della mostra. Ferma, quasi una meta ad indicare che il viaggio termina proprio lì. Alla radice primaria della grammatica di ogni cosa. Al punto.

francesca baboni
mostra visitata il 4 marzo 2006


Jorg Nittenwilm – Unwater – A cura di Marco Mango e Daniele Astrologo
Galleria 42 contemporaneo,, via Carteria 42, Modena
orari : mercoledì, giovedì, venerdì e sabato 16.30 /19.30
venerdì e sabato aperto anche al mattino dalle 10.30 alle 12.30 – tel. 059222199
mail: galleria42@fastwebnet.itwww.galleria42.it
catalogo con testo di Daniele Astrologo


[exibart]

Visualizza commenti

  • Periodo fecondo questo primo trimestre espositivo modenese; molte mostre e tutte di qualità, non solo Informale quindi ma un circuito fatto di buona arte in giro per una città-salotto che merita una visita...io ne sono appena tornato e la ricordo già con nostalgia.

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