“Le vie dell’arte sono finite”. Con queste parole, Renato Barilli descrive la scena artistica attuale inaugurando la terza edizione della Biennale dei giovani artisti italiani, che quest’anno il critico bolognese cura in collaborazione con Guido Bartorelli, ricercatore presso l’Università degli Studi di Padova, e Guido Molinari, curatore e docente dell’Accademia di Belle Arti di Venezia. Nessuna nuova tendenza predomina in questi anni Dieci, ma viviamo in uno stato di “felice ibridazione” stilistica, incalza Barilli che ci spiega: “oggi è possibile scegliere tra tante carte nel mazzo, che oltretutto si incrociano tra loro, in un bellissimo girotondo, in un carosello di energie contrapposte che però alla fine si danno la mano reggendosi in un equilibrio dinamico”.
Un equilibrio che è la base della ritrovata creatività di questi anni, un vero e proprio momento d’oro per l’arte. Per di più, oggi sembra essere stata archiviata anche la presenza ingombrante dell’artistar: niente più Koons, Hirst & co. ma predomina una sorta di “soggetto collettivo, capace di rinnovarsi e muoversi nelle sue stesse connessioni”, aggiunge Guido Bartorelli.
La Biennale dei giovani artisti italiani riflette esattamente questa tendenza al polistilismo e al soggetto collettivo. Tra nomi già affermati e nuove proposte, quasi tutti i ventinove artisti coinvolti si muovono indifferentemente tra pittura, scultura, fotografia, performance e interventi installativi.
Alessandro Roma apre la prima delle due sezioni in cui è articolata la mostra, con tre lavori esemplificativi della sua ricerca: Enclosure (2013) e i due collage Senza Titolo (2012). Mescolando pittura, scultura e collage, Roma presenta una rielaborazione della tematica classica del paesaggio, traducendolo in forme ibride e suggestive, di ascendenza pop e surrealista.
Degni di interesse sono anche i “cieli” punzonati come le tele di Castellani, presentati da Emmanuele Panzarini (Dot, 2014), la pittura fitomorfica di Cristiano Menchini (Nessun luogo è lontano, 2014) e le immagini delle performance di Sara Benaglia, con le sue studentesse giapponesi coinvolte in esperimenti di telepatia ispirati agli scritti di Alice Bailey, nella serie Casting the Circle (2013).
La seconda sezione, rispetto alla prima maggiormente legata alla fotografia e alla pittura, racconta meglio la felice ibridazione di cui parlava Barilli. Introdotti dal wall painting di Angelo Sarletti (Corner o sul 25% dei giovani, 2014), nello spazio si alternano ricerche scultoree, come il Pavimento (2014) di Cristina Treppo che riporta alla mente i calchi in cemento di Rachel Witheread, o il cavallo senza testa di Federico Lanaro (Focus, 2012), un nonsense che strizza l’occhio all’umorismo spiazzante di Cattelan (d’altronde entrambi sono stati allievi dell’accademia bolognese), agli interventi sonori di Roberto Pugliese (Fluide propagazioni alchemiche, 2014) e di Dario Lazzaretto, che mette i brividi con il suono del gesso strisciato su una lavagna ne Il segreto cancellato, per poi tornare al collage con i raffinati lavori di Lucia Veronesi (Ho perso il mio orizzonte, 2012) e alla pittura con l’action painting di Gabriele Garavaglia (Saturno, 2013). Osservato il buon livello dei lavori in mostra, la maturità raggiunta e il curriculum vitae di molti degli artisti presenti (alcuni anche con importanti gallerie alle spalle), ci resta solo un dubbio: cosa si intende per giovane artista?
Leonardo Regano
mostra visitata il 12 novembre
dal 13 novembre al 19 dicembre 2014
BG3 – Biennali Giovani Artisti
Accademia di Belle Arti
via delle Belle Arti 54
40126 Bologna
orari: dal lunedì al venerdì 10.00 – 18.00; sabato dalle 10.00 alle 14.00; domenica chiuso
dal 10 gennaio al 8 marzo 2015
Museo della Città di Rimini
via Luigi Tonini, 1
47921 Rimini
orari: dal martedì al sabato8.30 – 13.00/16.00 – 19.00; domenica e festivi 10.00 – 12.00/15.00 – 19.00; chiuso il lunedì
info: tel. 0541 793851; musei@comune.rimini.it