«[…] La storia dell’arte ci insegna che non abbiamo mai cessato di trasformare pazientemente, continuamente, progressivamente il nostro patrimonio architettonico in qualcosa d’altro, […] a volte stravolgendo in modo anche radicale, se non la geometria degli spazi, certamente il loro senso originario. Mostrare i paesaggi urbani contemporanei e metterli in mostra […] non significa parlar d’altro, ma di questo. Di come il paesaggio sia sempre e necessariamente il frutto di un adattamento tra lo sviluppo e la storia, tra la modernità e la tradizione».
Con queste riflessioni di Monica Manfrini e Piero Orlandi si apre il catalogo della mostra collettiva “Tutto è paesaggio”. Paesaggio naturale, urbano e interiore.
Una mostra fotografica ricca di proposte sulla relazione che stringe la fotografia all’urbanistica e all’architettura. Per realizzarla hanno compartecipato le due associazioni culturali Spazio Lavì! di Sarnano, in provincia di Macerata nelle belle Marche, e duepuntilab di Bologna che la ospita nella propria sede, in uno spazio etereo e arioso, un open space quasi nascosto in una corte interna di un palazzo, una sorpresa architettonica come quelle che offre Bologna, dietro ai portoni anonimi nascosti sotto i portici.
È curata dall’architetto Piero Orlandi che ha raccolto undici autori, tra i più produttivi del panorama, in un percorso visivo strutturato e carico di confronti sul rapporto d’identità che instauriamo con l’architettura che ci circonda quotidianamente.
In questa collettiva risalta il nome del compianto e celebrato Gabriele Basilico, maestro di stile, la cui produzione ha introdotto alla possibilità di una riqualificazione del paesaggio attraverso le immagini. E sono proprio gli scatti evocativi e le parole di Marco Bucchieri a suggerire questa lettura possibile, laddove scorci di città diventano paesaggi sognanti: «La fotografia […] è la forma più estrema e produttiva dell’esercizio poetico». E lo spettatore attento ne avrà avuto una prova anche nei paesaggi aerei di Marina Mentoni.
Lo sguardo fotografico riesce infatti a fermare il dettaglio architettonico, nelle opere di Michele Buda che interpreta particolari urbani apparentemente irrilevanti e privi di fascino, e in quelle narrative di William Guerrieri, offrendo punti di vista inconsueti ed arricchendo sorprendentemente la prospettiva quotidiana. Appaiono riconoscibili gli scorci delle città descritte dalle immagini limpide di Giovanni Hanninen e da quelle luminosissime di Fabio Mantovani.
Giovanni Zaffagnini invece mostra nei tre scatti intitolati SIP e Bus, quanto la lente dei nostri stati d’animo conferisca novità allo scenario che ci appare davanti di volta in volta, fotografando attraverso un “filtro”, il vetro della pensilina della fermata di un autobus o il finestrino dell’autobus stesso, sul quale mette a fuoco e che lo separa dai luoghi. È evocato un stato d’animo intimo e raccolto nei Crossing di Mili Romano, in contemplazione degli spazi interni di un’abitazione; affascinante e solitario appare invece il Luna Park deserto immortalato da Betty Zanelli, a dimostrare la diversa apparenza delle architetture senza la presenza umana e vitale.
Il progetto firmato da Matilde Piazzi, diversamente, si concentra proprio sulla relazione tra il ritratto fotografico, rigido come nelle fototessere di un documento d’identità, e il relativo abbinamento con immagini di costruzioni e scenari in contesti eterogenei, quasi a suggerire la naturale inclinazione ad appropriarsi degli spazi e ad associarli alle persone che li abitano con la necessità (quanto mai urgente in Italia) di tutelarli e curarli.
Cristina Principale
mostra visitata il 18 febbraio 2014
Dal 14 febbraio al 2 marzo 2014
Tutto è paesaggio
Associazione duepuntilab
Via Solferino, 19 Bologna
Info: www.duepuntilab.it