Categorie: bologna

fino al 2.V.2010 | Margherita Manzelli | Reggio Emilia, Collezione Maramotti

di - 16 Aprile 2010

Due è il titolo per le due sole ampie
opere, delle stesse dimensioni, poste su due pareti d’angolo nella vasta sala
che la Collezione Maramotti apre a specifici progetti, per lavori creati
appositamente da artisti ospiti.
Con Margherita Manzelli (Ravenna, 1968; vive a Milano)
sono ora esposte due tele a olio: più scuro lo sfondo per Luminale, grandi occhi che aspettano,
un’adolescente quietamente sdraiata, nuda, fors’anche turbata; luminoso Minias, bianco l’abito della figura
appoggiata sul gomito, gli occhi appena ristretti come colpiti dal sole. In
entrambe le tele, condizioni d’irrealtà, corpi segnati da un’indefinita
“differenza”, arcaici e contemporanei, lunari, dalle strane proporzioni, che
fanno pensare anche ad altri mondi, figure/incontri inusuali.


Pattern Room
si chiama questo spazio
espositivo unito all’edificio complessivo, la vecchia fabbrica Max Mara
restaurata con infinito rispetto, ma che ha una sua autonomia d’ingresso: in
quest’ampia sala, dove all’origine erano realizzati i prototipi degli abiti,
sono chiamati ora a esporre artisti con opere che resteranno quindi a far parte
della Collezione Maramotti. Zona d’autonomia e di creatività, moda e ricerca
artistica: un dialogo nel tempo.

Geometrie in queste due opere
della Manzelli: tante sfere che conservano una loro opacità buia, anche se di
colore chiaro per quel rettangolo su cui poggia leggero quell’essere femminile
dagli occhi spalancati sul mondo, su chi la guarda; verdi/gialli anelli di
catene dalle varie dimensioni come sfondo a quell’altra presenza dalla parvenza
ambigua, dominante il turchese.
Oltre la realtà descrittiva e
l’indagine psicologica. Non esistono ambienti definiti intorno, se non quel
vuoto/pieno di colore. Astrazioni che assorbono la visione, ma che poi invitano
all’osservazione ravvicinata i corpi, le posture.

Sono farmaci utilizzati per sedare
i disturbi d’ansia, problemi legati al sonno, i titoli di queste due opere, che
evocano percezioni modificate della luce e del tempo. E muta anche la consapevolezza
di sé, del corpo, il modo di sentirsi interiormente, nell’apertura agli altri.
Che qui sono gli spettatori/pubblico di quest’esposizione al femminile in
riflessi d’inquietudine.

articoli correlati
Personale
da Guenzani
Solo
show al Maxxi
Manzelli
e La Stanza Rossa

valeria ottolenghi
mostra visitata il 12 marzo 2010


dal 27 febbraio al 2 maggio
2010

Margherita
Manzelli – Due
Collezione Maramotti – Max Mara
Via Fratelli Cervi, 66 – 42100 Reggio Emilia
Orario: giovedì e venerdì ore 14.30- 18.30; sabato e domenica ore 9.30-12.30 e
15–18
Ingresso libero
Info: tel. +39 0522382484; fax +39 0522934479;
info@collezionemaramotti.org;
www.collezionemaramotti.org

[exibart]


Visualizza commenti

  • Quadri stanchi e ripetitivi, un uso dell'elemento decorativo da tappezzeria anni Sessanta che tanti pittori fanno già da anni a cui la Manzelli non è stata in grado di aggiungere davvero nulla di nuovo; è da molto tempo che l'artista ripete la sua figura anoressica e in crisi esistenziale, però ormai sembra che non riesca più a uscire da questo stereotipo, l'arte(e soprattutto la pittura) è difficile, e molto, se mancano le idee; poi se si manda avanti l'idea, anche parzialmente condivisibile, che la tecnica
    non conta ma è l'elemento concettuale a nobilitare tutto, allora la questione si complica sul serio e dà spazio a delle riserve inevitabili.
    Un'artista che dipinge pochissimo, poche opere, per pochi collezionisti selezionati, ma se questi sono i risultati, cosa fa tutto il resto del giorno? Queste sono opere che si fanno in poche ore. Si annoierà? Mediterà sull'enigma del cosmo? Sulle nevrosi delle adolescenti invecchiate? Su quello che pensano le fidanzate quando baciano? Ah, saperlo...saperlo...

  • è un pò fastidioso e un pò divertente quando un commentatore ti ruba prima i pensieri e poi le parole.
    La pittura è un mestiere che vuole dire esercizio
    intellettuale unito quotidianamente ad esercizio
    artigianale.
    Forse oggi è un mestiere per ricchi che tra una piscina e una vacanza dipingono le due tele che poi risolvono la mostra.
    Consiglio per i veri amanti della pittura vera e profonda, sofferta e sublime: andate a caccia di una piccola opera di Marco Luzi.
    Poi ditemi...

Articoli recenti

  • Mostre

Parigi esplode di mostre: ricognizione dalla capitale culturale dell’Europa

Parigi continua a fare della cultura un tassello cruciale di sviluppo: l’offerta delle grandi mostre, visitabili tra la fine del…

23 Dicembre 2024 17:59
  • Mercato

Dentro l’asta. Il vestito rosso di Domenico Gnoli

Una rassegna di alcuni lotti significativi dell’anno che sta per finire, tra maestri del Novecento e artisti emergenti in giro…

23 Dicembre 2024 17:42
  • Bandi e concorsi

DGCC e American Academy, l’open call per una nuova residenza per curatori

Un ponte tra Italia e Stati Uniti: c'è tempo fino al 30 gennaio 2025 per partecipare alla nuova open call…

23 Dicembre 2024 12:05
  • Personaggi

Addio a Edoardo Ferrigno, tra i pionieri dell’Astrattismo a Napoli

Ci lascia uno dei riferimenti dell’astrazione in Campania, con il suo minimalismo, rigorosamente geometrico, potentemente aggettante nella spazialità e nell’oggettualità.…

23 Dicembre 2024 11:05
  • Progetti e iniziative

Venezia, alle Procuratie Vecchie una mostra per esplorare il potenziale umano

Una mostra interattiva per scoprire il proprio potenziale e il valore della condivisione: la Casa di The Human Safety Net…

23 Dicembre 2024 10:05
  • Mostre

Francisco Tropa, il desiderio dell’arte: la mostra al Museo Nazionale di Monaco

Al Museo Nazionale di Monaco, la mostra dedicata all’artista portoghese Francisco Tropa indaga il desiderio recondito dell’arte, tra sculture, proiezioni…

23 Dicembre 2024 9:05