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19
novembre 2010
fino al 2.XII.2010 Emanuela Fiorelli Bologna, Galleria Spazia
bologna
Geometrie segniche, strutture sospese, trame articolate in un gioco prospettico di luci e ombre. C’è tutta l'esperienza spazialista nei lavori di Emanuela Fiorelli. Guardando Lucio Fontana...
La
poiesis, potenza eidetica della creazione, scintilla
creativa generatrice di sconfinati scenari artistici in costante mutamento, costituisce
il nucleo centrale di Permutazioni,
personale di Emanuela Fiorelli (Roma,
1970).
poiesis, potenza eidetica della creazione, scintilla
creativa generatrice di sconfinati scenari artistici in costante mutamento, costituisce
il nucleo centrale di Permutazioni,
personale di Emanuela Fiorelli (Roma,
1970).
L’anelito
alla tridimensionalità delle opere, così come le visioni prospettiche
atemporali, sono mutuate principalmente dalla rivoluzionaria e innovativa
lezione spazialista di Lucio Fontana. Geometrie segniche aperte,
architetture sospese, illusioni ottiche, trame complesse e imperscrutabili
contraddistinguono la poetica dell’artista romana, che gioca con il tartan, i
fili di cotone e di elastico, creando inediti orizzonti percettivi. Strutture
come tracce geometriche al confine tra misura e indeterminatezza, costruite su
disegni appena accennati sulla tela che segnano il passaggio dalla
bidimensionalità alla terza dimensione. Al limite tra logos e caos, le creazioni
di Fiorelli si protendono ininterrottamente verso l’”altrove”.
alla tridimensionalità delle opere, così come le visioni prospettiche
atemporali, sono mutuate principalmente dalla rivoluzionaria e innovativa
lezione spazialista di Lucio Fontana. Geometrie segniche aperte,
architetture sospese, illusioni ottiche, trame complesse e imperscrutabili
contraddistinguono la poetica dell’artista romana, che gioca con il tartan, i
fili di cotone e di elastico, creando inediti orizzonti percettivi. Strutture
come tracce geometriche al confine tra misura e indeterminatezza, costruite su
disegni appena accennati sulla tela che segnano il passaggio dalla
bidimensionalità alla terza dimensione. Al limite tra logos e caos, le creazioni
di Fiorelli si protendono ininterrottamente verso l’”altrove”.
Una
delle opere più originali è Autopoiesi,
un disegno su sfondo di tarlatana declinata nei toni del grigio chiaro, dalla
forma enigmatica assimilabile a un’astronave, caratterizzata da fili elastici
neri in rilievo, mentre colpisce per l’intensità del colore Qualcosa si muove, tela in tarlatana
tinta di un intenso verde petrolio con fili elastici bianchi, sempre in
rilievo, che creano effetti ottici con geometrie indefinite e sapienti giochi
di luce e ombra.
delle opere più originali è Autopoiesi,
un disegno su sfondo di tarlatana declinata nei toni del grigio chiaro, dalla
forma enigmatica assimilabile a un’astronave, caratterizzata da fili elastici
neri in rilievo, mentre colpisce per l’intensità del colore Qualcosa si muove, tela in tarlatana
tinta di un intenso verde petrolio con fili elastici bianchi, sempre in
rilievo, che creano effetti ottici con geometrie indefinite e sapienti giochi
di luce e ombra.
Notevole
l’efficacia espressiva della conturbante L’ombra
del nero, in tarlatana tinta di grigio piombo virante al nero pece e con
trame di cotone nero che disegnano un rettangolo centrale: un vuoto che sembra
quasi inghiottire il reale, catapultando lo spettatore in una dimensione di
assoluta libertà interpretativa, che porta al limite della sartriana angoscia
esistenziale. L’alter-ego di questo lavoro è L’ombra del bianco, caratterizzato da un fulgido e abbagliante
candore.
Spicca
fra tutte le opere il rosso vivo e scioccante che caratterizza Rotelato, tela in tarlatana tinta con
filo di cotone bianco in rilievo. L’illusione prospettica è lapalissiana, la
figura appare quasi animata da un impercettibile movimento, rappresentando così
l’anelito a trascendere esteticamente la bidimensionalità. Come scrive Valerio
Dehò, curatore della mostra, “la stessa
‘regola’ dell’architettura come spazio definito e definitivo viene violata”.
fra tutte le opere il rosso vivo e scioccante che caratterizza Rotelato, tela in tarlatana tinta con
filo di cotone bianco in rilievo. L’illusione prospettica è lapalissiana, la
figura appare quasi animata da un impercettibile movimento, rappresentando così
l’anelito a trascendere esteticamente la bidimensionalità. Come scrive Valerio
Dehò, curatore della mostra, “la stessa
‘regola’ dell’architettura come spazio definito e definitivo viene violata”.
La
struttura aperta delle opere è simboleggiata in modo evidente in altre due creazioni
di notevole magnetismo: Per mutare,
tela in tartana semplice sovrastata da una serie di fili elastici in rilievo,
disposti in modo seriale, a rappresentare il concetto stesso di permutazione
matematica; e lo splendido Mandala ovest,
ampia tela in tarlatane tinto di rosa che presenta ai lati tessiture e rilievi
in filo di cotone rosso, in un chiaroscuro “geometrico” di incantevole
raffinatezza.
Personale romana del 2005
cecilia
pavone
mostra visitata il 3 novembre 2010
dal
23 ottobre al 2 dicembre 2010
Emanuela
Fiorelli – Permutazioni
a
cura di Valerio Dehò
Galleria Spazia
Via dell’Inferno, 5 (zona ex Ghetto) – 40126 Bologna
Orario: da martedì
a sabato ore 10-12.30 e 15.30-19.30
Ingresso libero
Catalogo disponibile
Info: tel. +39 051220184; fax +39
051222333; info@galleriaspazia.com;
www.galleriaspazia.com
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