Spazio Tripla è un morbido fascio di luce nelle notti di via Indipendenza a Bologna, la dotta, la grassa, la ex “rossa”. Ma attenzione tra l’altro, “Shutter” è visibile 24/7 fino al 20 febbraio 2019 ed è l’ultima mostra in questa sede. Si chiude in bellezza!
Il britannico Rob Chavasse, con una marchiatrice industriale “hackerata”, segna i pannelli di cartongesso che fungono da “tela”. Una pistola a getto diventa il killer della filiera produttiva “speculando” sul futuro del luogo.
Una “macchina macchiatrice”, a inchiostro blu sparato a punti è il medium scelto dall’artista. Il colore è da stendersi in un gesto veloce ma precisamente ondulato sulle pareti dello spazio-vetrine. È l’archetipo di una pennellata stesa sporgendosi nel vuoto da una scala, dal basso verso l’alto. Al pari di Spazio Tripla, un corpo contundente nel luogo pubblico e innalzato a sproposito, privo di sotterfugi, ad assaltare il cielo di un’arte contemporanea agonizzante.
È tutto il corpo dell’artista che si cala sulla parete, parallelo ad essa, quasi a penetrarvi, come uno di quei punti di colore che la pistola a getto lascia sulla superficie, un brevissimo getto di intensità generato da un software. Cos’è il pensiero: proprio “intensità rilasciata”.
Il braccio dinoccolato e magro dell’artista fuoriesce dalla scala e dal basso verso l’alto segna indelebilmente la superficie, striandola da giù verso su, dal suolo all’aria.
Dai codici utilizzati per marchiare i prodotti a progetto estetico in una commistione di segno pittorico e traccia visiva di un’epoca tramontata: il fordismo. Dalla fabbrica organizzata alla fabbrica dei segni linguistici, questa è oggi l’epoca neoliberale, di cui capitale è Londra, tra le altre, città dove l’artista è cresciuto esponendo la stessa pratica anche a Frieze nel 2016.
Shutter Spazio Tripla, Bologna
L’artista ha lavorato aggiungendo il suo corpo al vuoto, allungandosi, traballando all’interno del pochissimo spazio concessogli dalle architetture: la “macchina macchiatrice”, in un cui ha inserito delle immagini digitali compresse in .jpeg ha “eiaculato” delle forme che ricordano oggetti industriali, segni confusamente precisi nel tratto puntinato al blu di Prussia.
Ne deriva un’equilibrata eleganza visiva, il colore ritrae oggetti vagamente industriali e di consumo che interagiscono magistralmente con l’andirivieni della marea umana di ART CITY 2019: la cecità dell’oggi.
Per i passanti, i curiosi e per il “mondo” dell’arte italiana una lezione di stile, dove sintesi e poeticità possono ancora coesistere nel lampo contemplativo dell’ignara vetrina.
La vetrina di passaggio, la vetrina del Comune di Bologna che la riassegnerà, la vetrina dove riflettere i propri incubi e i propri desideri.
Chavasse è un artista in grado di elevare il rango visivo oltre, Shutter nasce di concerto al serrato dialogo con il curatore Giovanni Rendina capace di “velarsi” dietro e valorizzando il lavoro dell’artista fino a innalzarne così il segno e farne un codice aulico, mai scontato. Shutter è una visione generativa contemporanea e al contempo un’entità antica. Osservando le tre luci delle vetrine (o della città vetrina?) dall’altro lato della strada si è attratti come pesci verso la rete, soave morte retinica.
Al vederle insieme, le vetrine fluttuano e tremolano sotto la pioggia sottile. A guardare meglio si ha l’impressione surreale che Shutter dovesse da sempre germinare lì: un graffito rupestre; un anfratto platonico dove scoprire le nostre ombre incatenate al nostro “feudalesimo digitale”. Chavasse riesce a cristallizzare in forme molteplici e disarmanti le storture profonde, i traumi di quest’era attraverso Shutter: un codice in tre vetrine di pura levità.
Gaspar Ozur
Mostra visitata il 3/02/2019
Dal 2 febbraio al 20 febbraio 2019
Shutter
Artista: Rob Chavasse
Curatore: Giovanni Rendina
Orari: vetrine su strada illuminate 24/7
Via Indipendenza 71 f, 40121, Bologna
Info: www.spaziotripla.com – triplabo@gmail.com