Luogo Comune ‘04 è una mostra che coinvolge dieci artisti legati a temi interculturali. E’ lecito dunque chiedersi i motivi di un titolo tanto estraneo alle problematiche sollevate. L’interculturalità è contro il pregiudizio comune, il modo di dire e di pensare omologato. Fin troppo ovvia sarà allora la volontà di giocare con l’ambiguità semantica che lega le parole ‘luogo’ e ‘comune’. Obiettivo dei promotori (la rete cooperativa Boart) è creare una piattaforma di riflessione sui temi della “costruzione di un’identità europea”.
Impegnati da tempo a riflettere su queste problematiche, gli artisti coinvolti ribadiscono la volontà a sensibilizzare il loro pubblico, e il mondo dell’arte, all’integrazione interculturale. Un incontro attivo e produttivo che, al di là della politica, deve partire prima di tutto dagli individui. E ogni artista, dal canto suo, scende in campo in prima persona; vive sulla propria pelle le contraddizioni delle attuali società, e mette in gioco sé stesso, le proprie origini culturali per animare il dibattito e spingersi alla contaminazione.
La turca Sukran Moral, apre la mostra con la performance-canto che, come un lamento, trova sfogo fra la maglie di una gabbia metallica. Annalisa Cattani presenta un lavoro ancora una volta incentrato sul “cambiamento del punto di vista” legato in questo caso a un ironico racconto di senso metaforico. Armando Lulja, artista di Tirana, partecipa con il video Living in memory, il rogo notturno di una stella a cinque punte, che evocare echi di un rito pagano dal tono inquietante, ma purificatore.
L’artista iracheno Al Fadhil, ha installato invece il progetto Baghdad life club, che fra foto e documenti video di aperta denuncia contro la violenze subite dal suo popolo propone anche MantoMutante: un grande lino con l’immagine dipinta del planisfero sul quale il pubblico è invitato a intervenire a ricamo.
Anton Roca, riporta in mostra la sua passata esperienza con le opere Xinganton e Louisteveanton, due pannelli fotografici in cui vengono indagati e portati al limite i concetti di identità e di confine fra le socialità.
Impregnata di cultura africana, la catanese Adriana Torregrossa, presenta Donna col rossetto, un acrilico con inserti di tessuti aggettanti che partendo da una ricerca sull’identità delle donne di colore celebra gli accesi cromatismi e la solarità dei costumi africani.
Partecipa al programma anche Sislej Xhafa che presenta la performance filmata nel 1997 durante la preparazione per la mostra clandestina del Padiglione Albanese alla 47. Biennale. Concentrato in un ironico gioco con la palla, Xhafa si destreggia indisturbato, mira alla porta e immancabilmente fallisce. L’azione è iterata nel tempo e pone in rilievo il carattere impassibile e la tenace determinazione dell’artista.
A quest’opera si finisce involontariamente per attribuire il ruolo di metafora della mostra, dove il ‘gioco’ degli artisti punta in questo caso a far breccia sulle barriere sociali fra gli individui. “Un impegno rivolto a risultati -si è augurato Anton Roca la sera dell’inaugurazione- ”che possano un giorno essere realmente recepiti come luogo comune”.
alan santarelli
mostra visitata il 26 agosto 2004
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scusate ma cosa c'entra la mappa di antonio scarponi?
antonio scarponi era tra gli artisti invitati, anche se chi l'ha recensita non si è preoccupato/a di indicarlo!