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fino al 20.V.2007 | Il Simbolismo | Ferrara, Palazzo Diamanti

di - 17 Maggio 2007

Rendere visibile l’invisibile”. Con questo intento, nell’ultimo decennio dell’Ottocento, faceva il suo ingresso nel panorama dell’arte il Simbolismo, proponendosi come un movimento alternativo al Realismo e all’Impressionismo.
A questa corrente e agli artisti che ne fecero parte è dedicata la mostra in corso a Ferrara presso Palazzo Diamanti. È “una mostra dove si è scelto di privilegiare lo stesso punto di vista della generazione dei simbolisti” racconta la curatrice Geneviève Lacambre. “Di coloro cioè che vissero alla fine dell’Ottocento e che ammirarono Rossetti, Puvis de Chavannes e Moreau, e di organizzare la rassegna in base a un criterio cronologico”. Le opere selezionate per l’esposizione, tutte anteriori al 1914, illustrano l’emergere di nuovi interessi filosofici, la contestazione dell’arte ufficiale, la ricerca di un’arte totale e l’esplorazione di nuove tecniche pittoriche. L’arte simbolista, evocando più che rappresentando, tratta temi come la vita, l’amore, lo scorrere del tempo, la morte, il mistero e il sogno.
L’esposizione prende le mosse da quegli artisti che anticiparono la ricerca simbolista, sperimentando un’indagine inedita sull’interiorità. E così, largo al sogno, all’immaginazione, alle fantasie visionarie. Si succedono Gustave Moreau, artista ammirato dai maggiori intellettuali di fine secolo, da Proust a Huysmans con L’apparizione, il suo capolavoro più conosciuto; Arnold Böcklin con opere come Villa sul mare e Sera di primavera, caratterizzate da atmosfere sospese e romantiche in cui il paesaggio, vero protagonista dell’opera, si fa specchio dei moti dell’anima. E poi Puvis de Chavannes, con Fanciulle in riva al mare allegoria dello scorrere del tempo.
Alla metà degli anni Ottanta dell’Ottocento, l’estetica simbolista prevale, anche grazie a Baudelaire e Wagner, come dimostrano artisti c ome Odilon Redon, che traduce attraverso i disegni e le litografie, ispirati a Poe e a Flaubert, la sua interpretazione della realtà. Come Paul Gauguin, che nella sua Conversazione (originale versione dell’Ercole al bivio, incerto nella scelta tra il vizio e la virtù) si mostra creatore di un raffinato primitivismo. Non mancano gli artisti del movimento Rosacroce, come Khnopff, con Who shall deliver me?, titolo ispirato a una poesia di Christina Rossetti, sorella del pittore preraffaelita, nel quale l’artista rappresenta una fanciulla dallo sguardo enigmatico fata e strega a un tempo.
Seguono Rodin, Klinger e Beardsley, fino ai tedeschi Thoma e Von Stuck, quest’ultimo presente con il suo famigerato Peccato, rappresentazione di una donna-demone lungo il corpo della quale si attorciglia un grande serpente. Infine Munch, sottile indagatore degli stati dell’animo umano, come è possibile ammirare in Malinconia.
Nell’ultima sezione della mostra sono presenti gli artisti influenzati dal Simbolismo come Previati, rappresentato da appassionato Paolo e Francesca e Pellizza da Volpedo con Lo specchio della vita (opera suggeritagli da un verso del Purgatorio di Dante in cui l’artista rappresenta un’allegoria della vita: l’umanità che procede in massa, senza porsi troppe domande), ma anche Kupka e Mondrian. Chiudono questa importante esposizione artisti gravitanti nell’orbita della Secessione viennese come List, Hodler e soprattutto Klimt, che con Le tre età della donna incanta i visitatori, catturati dalle raffinate forme geometriche che avvolgono le tre figure.

floriana riga
mostra visitata il 12 maggio 2007


dal 18 febbraio al 20 maggio 2007 Il Simbolismo, Ferrara, Palazzo Diamanti, Corso Ercole I D’Este 21 (44100) tutti i giorni, feriali e festivi, lunedì incluso, dalla domenica al giovedì dalle 9.00 alle 20.00; venerdì e sabato dalle 9.00 alle 22.00, +39 0532209988 (info), +39 0532203064 (fax), diamanti@comune.fe.itwww.palazzodiamanti.it – Biglietti: intero € 9.00, ridotto € 7.50, scuole € 4.00.
A cura di Geneviève Lacambre con la collaborazione di Luisa Capodieci e Dominique Lobstein


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