Getulio Alviani appartiene a quella generazione di artisti che, sullo sviluppo delle ricerche del Bauhaus, hanno iniziato a dare all’arte del fare un ruolo scientifico. La mostra allestita nella Galleria Spazia di Bologna, documenta alcune opere di Alviani eseguite a partire dagli anni ’60 ad oggi e ci offre la testimonianza di un artista
Alviani aderisce alle lucide formulazioni della poetica concretista e, in seguito, programmata. Nelle sue opere è evidente la ricerca di regole e proporzioni; si tratta di costruzioni geometriche determinate da precisi calcoli matematici e rapporti di colore. Nella mostra si possono osservare superfici costruite da laminati in alluminio e acciaio in cui le immagini sono costruite dalla rifrazione della luce e cambiano a seconda dei punti di vista. Tutto ciò presuppone una metodologia di osservazione dinamica in cui lo spettatore non si limita alla contemplazione statica dell’oggetto, ma è portato a sviluppare una precisa coscienza critica. E’ la luce, in realtà, la protagonista di queste opere che, a seconda dell’angolo visuale, ci offre immagini in continua modificazione. Lo sguardo dà vita al processo percettivo in cui l’opera si identifica. Anche nelle opere di pittura, i cromogrammi, le modalità di percezione sono le stesse e le fusioni dei colori avvengono secondo proporzioni esatte. Da tutto ciò non è difficile individuare i due elementi caratteristici
Alviani costruisce opere che sono soprattutto modelli di comportamento per l’occhio ed è forse per questo motivo che lo stesso artista non si sente un ideatore, quanto piuttosto un ideatore di nuove realtà: “Nella mia mente tutti i concetti, le sensazioni, le idee prendevano la forma di punti, segmenti, linee, colori, volumi, pesi e rapporti a livello geometrico elementare, dinamici nel loro svilupparsi…” L’artista, da quasi quaranta anni, si è concentrato nello studio sugli effetti visivi dei materiali, delle forme e dei colori; dal 1963 è membro del movimento internazionale “Nouvelle Tendance Recherche Continuelle”.
Questa mostra, in realtà, costituisce solo il primo passo verso un’operazione più vasta che porterà la Galleria Spazia a diventare uno dei luoghi privilegiati per i lavori di Getulio Alviani.
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Simona Venturino
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