Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
13
giugno 2008
Fumetto e illustrazione come arti minori? Ormai non ci credono più neanche fumettisti e illustratori. Le due sottocategorie sono definitivamente uscite dallo stato di subordinazione e spopolano nel panorama dell’arte contemporanea, sia come contaminazione stilistica che come vera e propria affermazione d’identità.
Nella città ritenuta patria del movimento fumettista underground, grazie a Pazienza, Igort e compagni, non poteva mancare un impegno nella produzione e promozione di tale cultura. La mostra, infatti, s’inserisce nel palinsesto di Ram Hotel, accogliente sala d’esposizione nonché brillante progetto di comunicazione.Paper Resistance non è affatto un nome nuovo nel panorama. Le sue collaborazioni, svariate e sempre proficue, con case discografiche, etichette indipendenti (Sonic Belligeranza), case editrici (Agenzia X), riviste (“Inguine”, di cui è anche co-fondatore) e numerosi magazine, rendono la sua pur giovane ricerca una corposa raccolta di icone détournate, un ricco corpus di “grafica per autodifesa” (self-defence graphics).
Nel capoluogo dove l’amministrazione s’interroga sull’utilizzo del manganello, dove i vigili discutono intorno alle eventuali nuove armi contro la criminalità e dove, nonostante tutto, la sicurezza rimane un problema percepito, l’artista scrive la sua storia.
Alle pareti, grandi fogli sono il supporto per rappresentare il “sistema del controllo”: la sensazione di essere costantemente circondati, osservati. Simbolo del cambiamento, effetto di una rielaborazione, è la colomba che porta nel becco un manganello al posto del ben più noto e pacifista rametto d’ulivo.
Il tratto è incisivo, non ci sono sbavature. È il cambiamento di dimensioni, che tendono evidentemente a quelle reali, che consente di percepire la differenza con la comune vignetta. E la totale assenza di balloon priva il fruitore di un qualsiasi dialogo diretto, inducendolo al confronto persona/immagine. Semmai, il testo compare in forma di slogan (You can run, but you can’t hide), ridondanza segnica in perfetto stile pubblicitario.
Forse, ancora una volta, è l’ironia che trapela dal cinismo che salva il pensiero dalla rassegnazione. Nei disegni come nelle serigrafie, e ancor di più nella serie delle manette. Cornici metalliche, lucide specchianti, eleganti passepartout neri e inchiostro silver. Così si racconta, secondo Paper Resistance, l’evoluzione di un oggetto, nato come strumento di tortura, sempre più in uso nelle cronache giornalistiche (per immagini) quotidiane, e non per la sua accezione erotica.
Nella città ritenuta patria del movimento fumettista underground, grazie a Pazienza, Igort e compagni, non poteva mancare un impegno nella produzione e promozione di tale cultura. La mostra, infatti, s’inserisce nel palinsesto di Ram Hotel, accogliente sala d’esposizione nonché brillante progetto di comunicazione.Paper Resistance non è affatto un nome nuovo nel panorama. Le sue collaborazioni, svariate e sempre proficue, con case discografiche, etichette indipendenti (Sonic Belligeranza), case editrici (Agenzia X), riviste (“Inguine”, di cui è anche co-fondatore) e numerosi magazine, rendono la sua pur giovane ricerca una corposa raccolta di icone détournate, un ricco corpus di “grafica per autodifesa” (self-defence graphics).
Nel capoluogo dove l’amministrazione s’interroga sull’utilizzo del manganello, dove i vigili discutono intorno alle eventuali nuove armi contro la criminalità e dove, nonostante tutto, la sicurezza rimane un problema percepito, l’artista scrive la sua storia.
Alle pareti, grandi fogli sono il supporto per rappresentare il “sistema del controllo”: la sensazione di essere costantemente circondati, osservati. Simbolo del cambiamento, effetto di una rielaborazione, è la colomba che porta nel becco un manganello al posto del ben più noto e pacifista rametto d’ulivo.
Il tratto è incisivo, non ci sono sbavature. È il cambiamento di dimensioni, che tendono evidentemente a quelle reali, che consente di percepire la differenza con la comune vignetta. E la totale assenza di balloon priva il fruitore di un qualsiasi dialogo diretto, inducendolo al confronto persona/immagine. Semmai, il testo compare in forma di slogan (You can run, but you can’t hide), ridondanza segnica in perfetto stile pubblicitario.
Forse, ancora una volta, è l’ironia che trapela dal cinismo che salva il pensiero dalla rassegnazione. Nei disegni come nelle serigrafie, e ancor di più nella serie delle manette. Cornici metalliche, lucide specchianti, eleganti passepartout neri e inchiostro silver. Così si racconta, secondo Paper Resistance, l’evoluzione di un oggetto, nato come strumento di tortura, sempre più in uso nelle cronache giornalistiche (per immagini) quotidiane, e non per la sua accezione erotica.
articoli correlati
Paper Resistance da Stefania Miscetti a Roma
claudio musso
mostra visitata il 9 giugno 2008
dal 17 maggio al 20 giugno 2008
Paper Resistance – Security First
Ram Hotel
Via San Valentino, 1 (zona via del Pratello) – 40122 Bologna
Ingresso libero
Info: tel. +39 0516492740; info@ramdesign.it; www.ramdesign.it
[exibart]