Fin dalla metà degli anni ’70,
James Casebre (Lansing, Michigan, 1953) ha costruito e fotografato modelli architettonici da tavolo. I suoi soggetti sono stati i più svariati: dagli interni di case di periferia alle strutture ufficiali di potere politico e religioso nella società del XX secolo. Negli anni ’80, il suo procedimento di creazione dell’opera d’arte viene associato al dibattito teorico sul simulacro, alle analisi e agli studi sulla rappresentazione del reale. Osservare, ricostruire in tre dimensioni e fotografare: nel passaggio dalla realtà alla riproduzione della riproduzione, Casebere mantiene un filo diretto con l’originale, generando paradossalmente visioni soggettive, austere e malinconiche. Plastica, cartone e polistirolo sono assemblati in modellini fotografati, ingranditi e stampati su patinate Cibachrome. L’inquadratura della ripresa, il taglio definitivo e la luce fanno il resto, trasformando la pura finzione in una verità plausibile. Nel decennio successivo, Casebere ha “ritratto” l’architettura modernista domestica dell’America della metà del secolo, lo stile coloniale, il Neoclassicismo del
Tomas Jefferson’s Monticello, la complessità degli edifici moreschi della Spagna del sud. Sin dal 1992 ha analizzato le forme archetipiche delle strutture del potere, l’articolazione degli spazi istituzionali, mettendoli in stretta relazione con lo sviluppo di forme di controllo civile e con i sempre più complessi livelli d’interpretazione della struttura sociale. Al contrario di artisti di più recente formazione come
Thomas Demand o
Giuseppe Gabellone -che solo in alcuni casi utilizzano un processo di creazione simile- Casebere non distrugge i suoi plastici e mantiene col soggetto ritratto un rapporto di studio, di ricerca sociale, politica e culturale.
Alla Galleria Marabini, Casebere presenta quattro lavori della serie The Levant, composta dalle riproduzioni di luoghi visitati durante alcuni viaggi in Oriente.
Luxury # 1,
Dormitory (After the Topkapi Palace),
Theater (After the Acropolis) # 2 e
Mosque IV (After Sinan) s’ispirano direttamente agli illustri edifici delle grandi capitali di Turchia, Grecia e Iraq. Cominciata con un viaggio nel sud della Spagna nel 2004, la serie
The Levant si compone di immagini tratte da tutto il Medio Oriente, di modellini specificamente costruiti per essere ri-visti attraverso la lente di una macchina fotografica. I giochi di luce e le atmosfere che l’artista a volte riproduce con piccole operazioni di allagamento o, più semplicemente, attraverso un’attenta ricostruzione, generano visioni cinematografiche e poetiche dove verità e finzione si perdono l’una nell’altra. Per dare vita a una realtà parallela, lontana e concreta.