Tanti nomi si affollano sul dépliant informativo di Confini – Lo spazio del corpo, il corpo dello spazio, progetto espositivo ambizioso che coinvolge le città di Parma e Ferrara con due mostre distinte ma legate da un unico tema: il corpo in rapporto alla dimensione spaziale.
La città di Parma accoglie la mostra nelle sale prestigiose di Palazzo Pigorini, affrescate da Francesco Scaramuzza nel 1855 e perfettamente funzionali alle esigenze espositive dei diciotto artisti ospitati. Tra queste mura, gli interventi si caratterizzano per un aspetto prettamente evocativo, costruito sul senso di memoria. Un corridoio stretto e illuminato ci conduce alle radici dell’Albero della Pittura, riflessione ragionata sulla storia della pittura ideata da Maurizio Battaglia. Con un grande collage di piccoli pensieri, Battaglia parla di Cézanne attraverso tracce e frammenti che non mettono in discussione il valore estetico e metaforico dell’opera. Gli animali di Laura Serri raccontano di un mondo immerso nel sogno e nella favola: lo spazio interno da lei costruito non manca di ironia pop, grazie all’utilizzo azzeccato di tappezzerie colorate impreziosite da ricami che riproducono le forme di cervi e cerbiatti.
Lo sguardo analitico di Elisa Rossi, invece, conduce tra le pareti asettiche di un bagno, giocando sull’incrocio geometrico delle piastrelle per sottolineare l’aspetto claustrofobico dello spazio. Chiara Tagliazucchi si affida ai volti intensi di alcuni personaggi cinematografici, strappati direttamente dalla pellicola e stesi sulla tela come tante piccole visioni private e personali. L’intervento più interessante appare quello dello Studio Lucifero che allestisce un interno carico di ironica cattiveria. Come in una performance di Beuys, i significati vengono nascosti tra forme di oggetti apparentemente quotidiani ma che nascondono al loro interno un’anima folle e visionaria.
Anche Silvia Chiarini colpisce piacevolmente con le sue figure e i suoi oggetti depositati dolcemente su fondali dalle texture “optical”, in una rappresentazione inedita e sperimentale tra pop e op art.
La mostra si apre e si chiude con il prologo/epilogo di Elisa Leonini, che costruisce una griglia geometrica che mentre dal basso si caratterizza per la difficoltà di messa a fuoco dalla alto si ricompone in tutta la sua precisa autonomia.
Sulle pareti del PAC di Ferrara, invece, si alternano i lavori di dodici giovani artisti con una scelta di linguaggio molto ampia che va dalla pittura all’installazione, dalla fotografia alla videoarte. Interventi d’ispirazione più letteraria si alternano a opere concettualmente e creativamente inconsuete che riflettono sul concetto di spazio con uno sguardo che affonda le radici nel quotidiano evidenziando, in alcuni casi, un taglio ironico molto interessante. Le animazioni digitali di Diego Zuelli presentano una dimensione priva di suoni e eventi in cui lo spazio è percepibile solo attraverso il movimento. Le due video installazioni di Gabriella Pesci denunciano già dal titolo –Solaris– un forte legame con il cinema, in particolare con i lungometraggi di Andrej Tarkovskij e Steven Soderbergh tratti dal romanzo di Stanislaw Lem.
Molto interessante è l’intervento di Sebastiano Zuccatelli. I suoi dipinti mettono in scena esseri mostruosi e sanguinanti dal patrimonio genetico oramai corrotto, figli mutanti di una società prossima alla fine. Lo stile di Zuccatelli non manca di una certa ironia grottesca, collocandosi a metà strada tra le creature mostruose di H. R. Giger e le visioni apocalittiche di Enki Bilal.
nicola bassano
mostra visitata il 30 novembre 2006
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Non credo che Vanja Strukelj possa essere considerata una giovane apprendista curatrice e non credo si possa mettere in discussione la sua preparazione e il suo curriculum; è perfettamente lecito criticare le scelte dei curatori, però quando qualcuno cerca di aprire qualche spazio espositivo (come il Pigorini), dando la possibilità di presentare il proprio lavoro, forse andrebbe un po incoraggiato.
ho visto la mostra a ferrara, pessimo Nacciarriti, ripetitiva Vecchietti (lo stesso lavoro dell'anno scorso), terribile Zuccatelli ("molto interessante è l’intervento di Sebastiano Zuccatelli. I suoi dipinti mettono in scena esseri mostruosi e sanguinanti dal patrimonio genetico oramai corrotto, figli mutanti di una società prossima alla fine. Lo stile di Zuccatelli non manca di una certa ironia grottesca" ma cosa dici!? è la stessa robaccia esposta in passato alla galleria zuni copiata da giger e serpieri). Brava Leonini, Amae e Zuelli, i veri confini (invalicabili) della mostra stanno nei contenuti e nel gusto, nelle giovani apprendiste curatrici e nella giovane arte che fatica a trovare un senso a Ferrara sempre troppo legata al passato.
Meglio Confini a Nuoro, in effetti è una selezione dell'emilia romagna molto discutibile, grandi assenti e outsider deludenti ma dal progetto salverei anche Bronzoni, Chiarini, Camporesi, Lecca, Morsiani, Renna, Ronci, Stanovic, Stertz, bocciate anche la Strukelj e lo spazio di Palazzo Pigorini.
Il meglio della produzione artistica dell’Emilia Romagna..!?!? ma chi? a Ferrara?una mostra davvero approssimativa con opere incastrate a forza. promossi amae e zuelli, bocciati zuccatelli e la Pacelli...
Il meglio !!!!!!!!!!!!!!!! , mi sembra un meglio solo per pochi addetti ai lavori, questa arte allontana la gente comune , non è piu fatta per tutti,i critici per spiegarla si arrampicano sui vetri, l'edonismo ha superato i limiti.