Il fondersi e confondersi delle culture e delle conoscenze dei popoli della terra è un fenomeno che attraversa per intero la storia dell’uomo.Esso ha inizio ben prima dei moderni processi di ‘globalizzazione’ economica, di espansione delle comunicazioni telematiche, di digitalizzazione delle informazioni.
Fra la fine del VIII secolo e l’inizio del VI secolo a.C.,profonde influenze orientali si diffondono per tutto il bacino del Mediterraneo e le aree continentali dell’Europa. Tecniche architettoniche, pratiche artigianali, gusti estetici, stili di vita e modelli culturali, originari dalle grandi civiltà della Mesopotamia, dell’Anatolia e dell’area siro-palestinese, si propagano diffusamente e si radicano nel profondo delle culture europee. La stessa scrittura alfabetica, probabilmente l’innovazione culturale più importante dell’era antica, viene trasmessa alle civiltà europee attraverso questo processo.
L’ottima mostra Principi Etruschi organizzata dal Museo Civico Archeologico di Bologna (in occasione delle iniziative di Bologna 2000) descrive, con grande abbondanza di reperti e sapienza espositiva, il ruolo fondamentale giocato dagli Etruschi in questo processo detto di Orientalizzazione. Distesa attorno al centro dell’Italia, nel cuore del Mediterraneo europeo, l’Etruria era geograficamente destinata a servire da tramite tra le colonie mercantili fenice e greche del sud dell’Italia e gli insediamenti celti dell’area transalpina. I ritrovamenti in mostra delineano dettagliatamente l’esistenza di un flusso di idee, oggetti e pratiche culturali dall’oriente, prima alle isole del Mediterraneo, poi agli Etruschi e da questi a molta parte dell’Europa continentale.
In questo flusso la potente aristocrazia etrusca occupa un posto chiave. Consolidato il proprio dominio economico e politico, i principi etruschi si rivolgono al fasto e alla cerimonialità delle corti orientali per giustificare anche sul piano simbolico la loro supremazia. I reperti della mostra descrivono chiaramente il diffondersi del gusto e delle conoscenze orientali tutte le sfere della cultura materiale della nobiltà etrusca: dall’architettura, alle decorazioni delle armi; ai finimenti equini, al vasellame; dalle decorazioni del vestiario, agli ornamenti del banchetto; dalle statue, agli arredi funebri.
Completa il quadro un ottimo servizio di guida alla mostra. Oltre alle visite guidate per gli adulti (purtroppo solo due), il museo ha attivato un divertente percorso didattico, Vita da Principe, dedicato agli alunni delle scuole elementari e medie inferiori.
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In effetti è una bella mostra. Peccato che l'analisi dei fenomeni orientalizzanti , estesa ai celti e alle testimonianze cipriote non sia sta estesa ad altre realta' , ad esempio gli insediamenti fenici coevi ( vettori in un certo senso del fenomeno) o alle popolazioni tartessiche. Pero' non si puo' avere tutto...me ne rendo conto.
La mostra non è male e i reperti sono abbastanza interessanti,ma che "pacco"la guida!!!
Anche io ho sentito voci che davano l'evento bolognese migliore di quello lagunare che forse apprezzero in occasione della biennale.
La mostra, a mio parere, è stata ottima. Detto anche da altre persone di mia conoscenza, meglio di quella di Venezia. Non potendo giudicare quella di Venezia, non avendola vista, posso dichiarare, che l'unico appunto che si possa fare è che era breve; si potevono avere più reperti, ma tutto questo e un forse con un grande opunto esclamativo. Bellissimo e stato il letto di morte, una lavorazione, per quel tempo, di grande arte; dove gli strumenti di lavoro si potevono considerare ancora rudimentali, non come quelli di oggi. In conclusione torno a ripetermi, è stata stupenda.