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Dopo “Several Laws. The Elastic Test”, primo solo show del 2016, tornano nella Gallleriapiù di Veronica Veronesi gli Apparatus 22, collettivo artistico transdisciplinare fondato nel gennaio 2011 a Bucarest dagli attuali membri Erika Olea, Maria Farcas, Dragos Olea e Ioana Nemes (1979-2011). Se nella passata mostra i nostri indagavano il corpo nell’attualità con “Arrangements & Haze” il focus si è incentrato sul corpo nel futuro. La creazione di visioni e mondi possibili senza pretese di verità assoluta è caratterizzata nuovamente dal modus operandi dei testi poetici incisi a laser su pelle dipinta con un duplice impatto tra etica ed estetica. Il tema in particolare sono le tecnologie applicate, i supporti e le protesi impiegate sul nostro corpo nella quotidianità che hanno portato a vedere quest’ultimo come elemento “estetico” che ci definisce in quanto identità che interagiscono con la società circostante con l’invito a (ri)trovarsi in un limbo tra passato e futuro.
Apparatus 22, Arrangements & Haze, Exhibition view
In mostra sono visibili una serie di quelle che vengono definite “protesi per l’immaginazione radicale” che permetteranno di ridisegnare un nuovo equilibrio tra umanità e tecnologia strizzando l’occhio alla spiritualità e alla “magia” (Amulet), come nella loro Macchina quantica, fatta di pelle, stampelle ed elastici così da innescare delle riflessioni, senza prendere una posizione netta ma sicuramente indicandone una. Protesi di una tecnologia interiore che creano una serie di lavori fortemente impostati sul numero 3 che, in particolare, caratterizza il collettivo dopo la morte di Nemes nel 2011. Ne sono esempio i Ballroom neuro e i moltiplicatori di piaceri estremi di The form is pregnant rispettivamente dedicati al sistema nervoso e all’apparato genitale o ancora le unità minime delle quali sono fatti gran parte dei lavori in mostra: mattoni, stampelle, cuoio (Sample bank). La mostra è fortemente intrisa della luce e del candore di un bianco che è metafora delle pagina di un futuro ancora da scrivere. Un processo questo, strettamente collegato a Suprainfinit, ovvero il tentativo degli Apparatus di immaginare un universo nel quale la speranza sia usata come strumento critico grazie all’influenza sovraumana del Fertility gods visibile all’interno di uno scheletro di lightbox dal quale vengono diffusi echi d’amore provenienti dagli antichi libri.
Vincenzo D’Argenio
mostra visitata il 29 settembre
Dal 29 settembre al 22 dicembre2018
Apparatus 22, Arrangements & Haze
Gallleriapiù, Bologna
Via del Porto, 48 a/b, 40123 Bologna
Info: http://www.gallleriapiu.com