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fino al 23.III.2003 | Juergen Teller | Bologna, Villa delle Rose

di - 18 Febbraio 2003

La mostra illustra l’opera del fotografo tedesco attraverso l’esposizione di lavori compiuti nell’arco degli ultimi dieci anni. Dalla mescolanza di immagini pubblicate sulle più diffuse riviste di moda e ritratti inediti di supermodelle con scatti di scene famigliari, si intuisce come Juergen Teller utilizzi il mezzo fotografico per avvicinarsi, spesso intimamente, ai soggetti. Se nelle immagini di moda si tende a dissimulare i difetti, a nascondere le imperfezioni dietro una sapiente orchestrazione gestuale o attraverso particolari riprese, nelle fotografie di Teller ad emergere è soprattutto bellezza e perfezione interiore.
Dopo aver studiato a Monaco, alla fine degli anni ottanta Teller si trasferisce a Londra, dove inizia a collaborare per le riviste inglesi ID, The Face e Arena . L’effervescenza della capitale, stimolante e coinvolgente come poteva essere alla fine degli anni ottanta, ha contribuito ad accrescere in Teller l’interesse per il mondo della moda, soprattutto quella giovanile. Assieme ad altri fotografi (Corinne Day, Nighel Shafran, Hannah Starkey), Teller ha contribuito a far sì che, dalle levigate superfici degli anni ’80 si sia passati a un più autentico realismo per gli anni ’90. Obbiettivo necessario per rendere questo trapasso evidente, ma soprattutto incisivo nel mondo della moda, è stato quello di calarsi in prima persona dentro alle situazioni. Sorpassare il distacco che può sorgere tra il dietro e il davanti dell’obbiettivo, per stabilire un contatto diretto e autentico con gli avvenimenti. Questa, difatti, è la caratteristica che unifica i lavori presenti nella mostra. Scavalcata la freddezza formale che da sempre imprigiona e nello stesso tempo protegge le immagini di moda, Teller cerca un’identificazione intima con i suoi soggetti. Cogliendo pose ineleganti ed espressioni casuali, usando come location i backstage delle sfilate o luoghi anonimi, il fotografo riesce a spostare la seduzione superficiale e patinata delle immagini di moda verso una profondità affetiva. E’ questo che emerge dalla serie Go sees, Girl knocking at my door, lavoro fotografico che Teller ha intrapreso nel 1999 (Go-Sees indica in gergo le ragazze che le agenzie mandano dal fotografo senza un lavoro particolare in programma: dall’espressione Go and see, cioè va e vedi cosa succede): un’imponente raccolta di immagini che mostrano oltre seicento aspiranti modelle alla porta del suo studio in Ladbroke Grove a Londra. Questa serie, documento antropologico prima che lavoro artistico, rappresenta una sottile riflessione sulla giovinezza e la bellezza, sulla vulnerabilità e, non ultimo, sull’ambizione. Con uno sguardo acritico il fotografo ci mostra una serie interminabile di visi, emaciati e spesso non truccati, che emozionano e mettono a disagio per la loro fragilità.

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Juergen Teller
Bologna. Villa delle Rose, Via Saragozza, 228/230
A cura di Ute Eskildsen e Ulrich Pohlmann
Catalogo: Steidl Verlag, Gottingen
Periodo: 24 gennaio – 23 marzo
Orario: 15-19, chiuso il lunedì
Ingresso: 2 euro
Info: Ufficio stampa GAM di Bologna, Tel 051.502859, Fax 051371032, ufficiostampagam@comune.bologna.it


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  • E' un'altra (l'ennesima?) mostra dedicata ad un autore austriaco realizzata a Bologna: forse il Direttore (austriaco) della GAM ha inteso così colonizzare gli spazi pubblici bolognesi a vantaggio della esigua (rispetto a quella italiana) popolazione di artisti della sua patria.? Non è tanto rivolta al medesimo la mia critica, anche se forse un po' più di apertura mentale non avrebbe guastato, bensì alle autorità culturali del Comune di Bologna che non brillano certo per iniziativa rispetto ad altri più attivi vicini e non ritengono di intervenire nelle discutibili scelte che fanno di Bologna una succursale del ministero austricaco della cultura.
    Vorrei vedere cose diverse da questi insoliti ignoti o dalla solita stucchevole mostra su Morandi. Che a Bologna sia ormai necessario un vigoroso vento di rinnovamento?

  • Decisamente noiosa la mostra del Weiermair, così come la gran parte della sua programmazione alla GAM... c'era bisogno di andarlo a trovare in Austria?

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