Un
bancone circolare, generato da un naturale quanto elegantemente scomposto
assemblaggio di materiali recuperati dalle discariche della zona, accoglie il
visitatore al piano interrato della galleria. Un’illuminazione calda si
diffonde da frammenti di tubature piegati in ogni direzione.
Con
abilità e discrezione, Stéphane Barbier Bouvet trasforma la bassa cupola di mattoni della
ghiacciaia bolognese in un vero e proprio club privé, un carnotzet svizzero per l’appunto. Nella piccola sala di
fianco, il film di Benjamin Valenza
gira in proiezione seguendo passo passo un altro percorso “circolare”, quello
dell’artista stesso nello spazio finito e circoscritto dell’isola di Frioul, al
largo della costa marsigliese.
Trait
d’union fra l’atmosfera da cantina del piano inferiore e il white cube
perfettamente e ordinatamente allestito al piano superiore è un altro lavoro di
Valenza: Epopee. Schiacciate da
due sottili lastre di vetro che ne rendono visibili entrambi i lati, le undici
cartoline spedite dall’artista all’immaginario curatore della Galerie 1m3,
Josef Hannibal (alter ego degli stessi artisti-membri-fondatori), rappresentano
ancora una volta una sorta di “ritorno”, una ricerca del sé, un suo
ricostruirsi attraverso brevi poesie, frasi e citazioni scritte sul retro di
immagini di repertorio manipolate, scarabocchiate e modificate.
L’arte diventa
linguaggio, messaggio intimo, forma narrativa personale che, per una sorta di
contrappasso, viene trascritta su un supporto di completo dominio pubblico.Anche
Adrien Missika costruisce le
sue opere utilizzando le immagini come vere e proprie unità lessicali. Le sue
fotografie assumono il valore di narrazioni interrotte, di brevi sceneggiature
interpolate da elementi autobiografici e surreali. I paesaggi si sovrappongono
e si ingrandiscono, perdendo in definizione e chiarezza. Attraverso montaggi e
manipolazioni l’artista costituisce una lingua (dotata di una propria
grammatica, con le sue eccezioni e irregolarità) in grado di ricostruire e
reinterpretare i frammenti della memoria personale, i vaghi ricordi
dell’infanzia, di viaggi, di esperienze lontane.
Collaboratore
occasionale di 1m3, Stéphane Kropf
presenta per la mostra di Bologna tre tele monocrome di grandi dimensioni,
ricoperte da sottili e molteplici strati di colori acrilici dalle sfumature
metallizzate. La pittura diviene così materia di riflessione, fonte infinita di
meditazione, un po’ come le 64 fotografie che compongono Nihl nisi divinum
stabile est coetera fumus. Il lavoro, prodotto dalla collaborazione tra Kropf e
Missika, ritrae il movimento di 64 anelli di fumo che si spandono nell’aria,
riportando nuovamente lo spettatore all’ambiente chiuso dei fumoir e dei
carnotzet, alla solitaria riflessione di un contemporaneo flâneur baudelairiano. articoli correlati
Missika
ad Artissima
Valenza
in personale milanese
giulia pezzoli
mostra visitata il 28 maggio 2010
dal 20 maggio al 23 luglio 2010
Carnotzet
a
cura di Jeanne Graff
Galleria
Car Projects
Viale Pietramellara, 4/4 (zona Mambo)
– 40131 Bologna
Orario: da martedì a venerdì ore
14.30-20; sabato ore 11-19
Ingresso libero
Info: tel. +39 0516592522; fax +39
051552462; info@carprojects.it; www.carprojects.it
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