Un’indagine ironica e paradossale sull’universo emozionale maschile a caccia d’amore nel controverso mondo delle chat-line. Il contrasto fra la semplicità della vita quotidiana e l’arte che arricchisce, evoca, desta riflessioni agrodolci sul cambiamento dell’approccio amoroso e sulla perdita del principio di realtà a favore della realtà virtuale nella società globalizzata. La sottile ironia, non scevra da una vena critica, e la vivacità delle immagini stampate su stoffa, impreziosita da brillanti ricami, connotano
L’amore mio è buonissimo, la personale di
Florencia Martinez (Buenos Aires, 1962; vive a Milano).
Ciao a te, bella ragazza che sei dolce e allo stesso tempo tigre,
Posso dire di essere una persona normale: non ho fantascienze in mente,
Sono singol con poche pretese,
Cerco una ragazza da tenere sottobraccio,
Guardo sempre avanti con uno sguardo al passato. Espressioni paradossali tratte da profili virtuali che, accostate a immagini di rinoceronti ritratti su sfondi soavemente psichedelici o di maialini che fissano attoniti l’obiettivo piuttosto che di asinelli meditabondi in bilico su una panca sospesa nel vuoto, destano nello spettatore una sana, liberatoria ilarità .
L’artista argentina ha esplorato la gamma di emozioni che caratterizza gli uomini intenti a inventare identità divergenti dall’umana medietà pur di “acchiappare” la loro preda. E allora se, parafrasando il Baudrillard del
Delitto perfetto, sedurre è morire come realtà e prodursi come gioco illusionistico, l’opera
Io sono buono di Martinez è una chiara e surreale testimonianza dell’ego ipertrofico maschile. Sei uomini stilizzati, colorati di arancio vivo, si pavoneggiano in posa plastica sullo sfondo di un materasso dipinto a olio nelle varie gradazioni dell’azzurro, che presenta eleganti motivi arancioni. Simpatico, altruista, leale, sincero, dinamico, travolgente: gli aggettivi dipinti in corsivo accanto alle eloquenti sagome. Una tautologia, questa, che rafforza l’invereconda vanità del “macho che non deve chiedere mai”.
Ma il vero tocco d’eleganza è la grossa, dissacrante, simbolica perla che l’artista ha cucito sui genitali dei “machi” in questione. E che pubblicizza, appunto, la bontà del loro amore.
L’amore mio è buonissimo, appunto. Ispirata alla famosa poesia di Vivian Lamarque, Florencia Martinez ha inteso cogliere la dimensione ludica dell’amore, che, virtuale o meno, rappresenta sempre una fuga dal reale. Infatti, scrive Vivian Lamarque: “
L’amore mio non esiste / cioè esiste / ma non è come lo penso io è abbastanza diverso / non che sia peggiore ma comunque è un altro / solo che io me lo dimentico e dopo quando me ne accorgo / ogni volta è una tragedia”.