Undici diversi modi di mettere in scena la ‘diaspora’ dal Continente Nero all’Occidente. La tradizione, i simboli rituali, gli oggetti sacri e le maschere religiose creano il sostrato a partire dal quale si sta costruendo la civiltà odierna. Tali elementi si affiancano ad una modernità contraddittoria: da un lato il mondo africano cerca di entrare a far parte del movimento di globalizzazione, ma l’accesso gli viene ostruito dal razzismo e dagli interessi economico-politici dei paesi sviluppati, dall’altro si tiene saldamente ancorato alle proprie radici conservando topoi inconciliabili con la contemporaneità.
All’interno del tema generale l’esposizione vuole puntare su un’ulteriore problematica: il ruolo della donna. Quattro artiste vi si rapportano trovando differenti soluzioni. Sally Arnold studia la storia culturale della donna. Qui è presente con ‘Ancestress’, un capo femminile è il centro da cui si diparte un cerchio di ‘energia’ oro e argento. Claire Garronsky è una sudafricana bianca che vive drammaticamente la sua condizione di outsieder nella lotta contro l’apartheid. Quadri speculari in cui bianco e nero si collocano complementariamente, donne che sotto i tagli nella pelle di diverso colore nascondono lo stesso sostrato, sfondi simbolici di idee universali. I piccoli oggetti di R. Shakynovsky, invece, ispezionano con occhio scientifico problemi politici particolari. Una lente di ingrandimento mette in luce analogie sconcertanti tra il mondo occidentale e quello africano. Infine Renee Cox fotografa la rivincita della donna che si muove come una supereroina sugli scenari commerciali americani. Da notare è nche la presenza di uno dei più importanti video-artisti, Theo Eshetu, con ‘Così è la vita’. La luce è il mezzo per visualizzare i torbidi contrasti razziali: le sofferenze dei neri si alternano con i loro successi in vari campi, dallo sport, alla musica allo spettacolo. Questa mostra si inserisce in una serie di altre iniziative portate avanti dall’associazione ‘Africa e Mediterraneo’. Si vuol cercare di porre fine all’emaginazione dell’arte e della cultura Africana, per rendere effettivo quel conglomerato transculturale e transrazziale che dovrebbe contraddistinguere il nuovo millennio.
Transafricana
Artsti: Owusu Ankomah, Sally Arnold, Renèe Cox, Theo Eshetu, Claire
Gavronsky, Fathi Hassan, Ali Kichou, Victor Matthews, Outtara, Rosemarie
Shakinovsky, George Zogo.
Sede: ex-chiesa di San Giorgio in Poggiale, via Nazario Sauro 22, Bologna.
Orario: 10-13, 15.30-19 tutti i giorni.
Ingresso gratuito.
m.severo@exibart.com
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