Fin dai primordi, ai tempi di Nièpce e Daguerre , la fotografia fu anche e soprattutto fotografia di paesaggio. L’Italia, forte di una millenaria stratificazione artistica e di un territorio scandito da coste e pianure, Alpi e Appennini, ha costituito un luogo privilegiato per questo genere di fotografia. Con uno sguardo mai univoco, volto a documentare i resti di un passato remoto sempre affascinante, il pittoresco di una natura allora ancora trionfante, oppure il tessuto urbano in via d’industrializzazione. Gli oltre 300 scatti in mostra ripercorrono, in via dichiaratamente parziale (una mancanza su tutte, gli Alinari di Firenze), questo variegato panorama della fotografia di paesaggio in Italia.
Roma, tappa clou del Gran Tour settecentesco, è la naturale meta prescelta per
Nell’Italia post unitaria, a fronte di un continuo miglioramento tecnico, la fotografia di paesaggio vide uno notevole sviluppo. Qualitativo e quantitativo. Particolarmente interessante è l’approdo alla fotografia di numerosi pittori, che utilizzarono il mezzo sia come fonte di studio –è il caso degli impressionisti o di alcuni macchiaioli, tra cui
Nel dopoguerra il paesaggio cede inizialmente il passo ad altri generi, pur continuando il suo percorso verso la modernità. Paolo Monti indaga, tra realtà ed astrazione, gli scorci urbani, come quelli veneziani, in mostra. Mario Giacomelli volgerà il suo sguardo interiore al paesaggio marchigiano tramite ariose riprese che hanno la leggerezza di un disegno; Franco Fontana scompone invece il paesaggio in macroframmenti pulsanti di colore. Tra poesia ed antropologia, Mimmo Jodice ricerca nella serie Mediterraneo le radici di una civiltà comune, mentre Gabriele Basilico continua da oltre vent’anni ad indagare la realtà architettonica delle metropoli, ribadendo, se ce ne fosse bisogno, che la fotografia di paesaggio è un genere sempre attuale.
articoli correlati
Il paesaggio trentino di Basilico
Le montagne del Tirolo di Sella
Il mare di Jodice
Fotografia a Modena
duccio dogheria
Protagonista della prossima Manifesta 15 di Barcellona, Hugo Canoilas rivela tutta la forza e la sincerità del disegno nella sua…
Un’arte multisensoriale e inclusiva: l’opera di Fulvio Morella donata all’Unesco è dedicata ai valori umani delle Paralimpiadi e celebra l’importanza…
Fino al 24 novembre 2024, in occasione della 60. Biennale d'Arte, sarà visitabile "La Maison de la Lune Brûlée", personale…
Con l'arazzo Combriccola al Castello, concepito per la quarta edizione di Masciarelli Art Project, Simeti celebra la storia naturale dell'Abruzzo,…
Catherine Biocca si aggiudica la quarta edizione di ALA Art Prize: la sua opera sarà presentata a ottobre 2024, nella…
Sono stati presentati oggi tutti i titoli in gara e fuori concorso per la 81ma edizione della Mostra del Cinema…
Visualizza commenti
Mi sembra che la sezione contemporanea [quella alla Palazzina dei Giardini per intenderci] sia stata piuttosto trascurata: si parla solo di Basilico e Jodice padre, e Fossati, Guidi, Radino, Niedermayer per citerne che pochi altri che fine hanno fatto? La sezione giovani è stata invece del tutto ignorata, perché? Se era poco interessante non era meglio dirlo piuttosto che far finta che non esista?
Perché? Perché?