Materica e tangibile, con pennellate fortemente espressive: è la pittura di Alessandro Roma. Lo smalto è steso con pesantezza, a strati, e le pennellate dell’olio, ben visibili, cedono in alcuni tratti a sgocciolature. Un modo diretto, immediato, di rappresentare, che crea una fitta serie di rimandi fra le ambientazioni dei suoi camper e i paesaggi ben caratterizzati che s’intravedono dai finestrini, generando corrispondenze sia spaziali (interno/esterno) che temporali (presente/passato). Caotica e frastornante, è Party di Daniele Cudini. Una grande tela bianca, lucida, ospita una serie di personaggi, di situazioni, che convivono pur senza avere alcuna relazione fra di loro. Una raffinata pittura nera, dal tratto sottile, sembra venire sconvolta da un moto inarrestabile, distruttivo, che lascia colare il colore, invadendo, cancellando, travolgendo tutto, uomini e cose.
Unico elemento comune, fra i tredici artisti presenti, l’uso della pittura, che già da questo primo confronto lascia intuire come non vengano esercitate forzature o cercati possibili filoni o gruppi stilistici. Varie le nazionalità per tracciare un quadro che non può dirsi esaustivo, ma che sicuramente riesce ad essere stimolante e rappresentativo del fare pittura oggi.
Attraverso l’uso dell’acrilico su tela Francesco Spampanato crea un vortice di forme e colori delicati che investono l’osservatore. Elementi astratti capaci di comunicare la sensazione di fusione con l’assoluto quasi come ci trovassimo di fronte ad un affresco barocco. Antonio Riello si avvale, invece, del collage per creare un’associazione forte fra elementi contrapposti. Una pistola, dipinta ad acrilico, domina al centro dell’opera, il cui fondo è costituito da carta da parati per bambini. Una pittura che cede al dettaglio, da osservare con cura, è quella di A
Il ritratto, con tutte le implicazioni introspettive che offre, è al centro anche dell’opera di Till Freiwald, nel quale diventa un mezzo per isolare e decontestualizzare, trasformando la naturalezza del volto in una perfezione glaciale, dalla dimensione e struttura monumentali. Energica e ironica Kokoro (heart) di Yayoi Kusama, dove la superficie è invasa da centinaia di pallini colorati dalla stilizzata forma di spermatozoi.
Ancora più sintetici e geometrici sono Marotta & Russo e Giorgio Lupattelli, che si avvalgono dell’uso di tecnologie digitali. Espressione di mode e culture è la pittura usata da Navin Rawanchaikul e da Alexandra Wacker, mentre in Ryan Mendoza diventa strumento simbolico per la lettura della quotidianità.
Un medium, quello pittorico, che si dimostra poliedrico e flessibile e che viene custodito dai Guardian Angel del Sure Creative Lab, collettivo artistico ospite d’eccezione della mostra.
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