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Le sale delle collezioni Marsili e Monti del Museo di Palazzo Poggi ospitano dal 28 gennaio al 26 febbraio 2017 i lavori di Mariateresa Sartori. Il Museo è legato storicamente all’Università ed è una testimonianza, di grandissimo fascino, della cultura scientifica bolognese nell’età dei Lumi. I lavori della Sartori si inseriscono con discrezione nelle sale sunnominate, utilizzando gli stessi apparati espositivi delle collezioni permanenti (vetrine, grandi tavoli, supporti a parete) messi a disposizione dall’istituzione, così che il rapporto fra reperti storici e interventi contemporanei risulta essere visivamente quanto concettualmente molto fluido. Una terza sala è stata utilizzata per la proiezione di un video, risalente ad alcuni anni orsono, che ben testimonia della ricerca della Sartori nel tempo. Una ricerca originata dall’abbinamento straniante di descrizioni scientifiche di fenomeni fisici, con immagini e filmati d’archivio, found footage di storia della vita dell’uomo (Le ragioni della scienza, 2001).
Nelle più recenti proposte al Museo Poggi cambiano le tecniche utilizzate – ora sono frottages, calchi, immagini stenopeiche – ma non muta l’approccio metodologico e analitico dell’artista veneziana, che continua così a percorrere quel sottile crinale fra i versanti della scienza e dell’arte. Per rilevare della prima lo sfondo inconsapevolmente artistico ed estetico, e della seconda la lontananza dallo stereotipo di pratica ‘asistematica’, che non ha valenza effettivamente conoscitiva.
“Per caso e per necessità” (questo il titolo della mostra bolognese) è costituita da un insieme di opere generate dall’osservazione e registrazione di aspetti minerali e vegetali della realtà naturale circostante. La restituzione dei dati fenomenici osservati avviene riducendo al minimo la mediazione del dispositivo di rilevamento, privilegiando un contatto il più possibile diretto con le cose: calchi in pasta sintetica (Das), giusto quanta ne sta nel palmo, che riproducono fedelmente la scabrosità di una superficie in pietra d’Istria corrosa dagli agenti atmosferici (Calchi 2016); frottage su carta per far affiorare le caratteristiche di frammenti rocciosi (Frottages, i Campioni, 2016; Sassi, alla Bevilacqua La Masa nel 2016 per la collettiva Alchimie Culturali); la disposizione casuale della sabbia in un contenitore, registrata con la grafite su fogli di cartapietra mediante una lieve pressione della mano (Distribuzione delle sabbie, 2016/2017). Nelle piante ritratte nella serie delle Fotografie stenopeiche (2016), è la luce, non più la mano, ad imprimere su carta fotosensibile la delicata fisionomia dei vegetali. I lavori sono presentati insieme alla documentazione inerente le modalità processuali della loro creazione; per i frottages dei sassi le didascalie, che sono parte integrante dei lavori stessi, sono ricavate dalle deduzioni di geologi che hanno collaborato con l’artista, esaminando i risultati da lei ottenuti.
Riccardo Caldura
mostra visitata il 3 febbraio
Dal 28 gennaio-26 febbraio 2017
Mariateresa Sartori, Per caso e per necessità.
In dialogo con le collezioni Marsili e Monti del museo di Palazzo Poggi
Museo di Palazzo Poggi
Via Zamboni, 33 Bologna,
Orari: martedì-domenica: 10:00-16:00