Promossa dall’associazione Boart in collaborazione con alcune gallerie di Valencia e Alicante, la mostra propone le opere di diciotto artisti spagnoli in un percorso attraverso i molteplici mezzi della pittura, della scultura, del video e dell’installazione. Ripercorriamone gli spunti più interessanti.
Il terrore e la violenza diventano arte nei video di Carlos Llavata che, divertito e spietato, sembra giocare con le angosce collettive, mettendo in discussione qualsiasi concetto di legalità e di sicurezza. In circa sedici minuti di girato assistiamo a una decina di performance estreme in cui il coinvolgimento del pubblico avviene forzatamente e impudentemente. Petardi e fuochi d’artificio sparsi per la città vengono fatti esplodere all’improvviso, mentre una folla di inconsapevoli scappa, cercando rifugio. La facciata dell’accademia di belle arti viene deturpata da deflagrazioni davanti a un gruppo di studenti attoniti. Il pubblico vip del contemporaneo segue in un silenzio tombale i movimenti dell’artista e di un suo compare, mentre bendati all’interno dello spazio espositivo, chiedono da accendere con un candelotto di dinamite in mano.
Jota Izquierdo racconta invece la soglia che separa la normalità dalla disperazione, il passaggio da uno stato fisico e mentale ad un altro, il cambiamento di una vita in una frazione di secondo. Nel suo video l’omicidio di JFK viene ripetuto in loop, al rallentatore, saturato di colore, mentre le immagini di Jackie che saluta la folla sorridente si sovrappongono a quelle di lei che, disperata e terrorizzata, chiede aiuto, cercando di uscire dalla decappottabile del presidente.
Un ventaglio di pelliccia bianca, un oggetto che si avvicina per eleganza e futilità ad alcuni strumenti di piacere di un’epoca lontana, si trasforma in un arnese di tortura se, al posto del legno, Tere Martinez costruisce l’impugnatura assemblando un centinaio di peperoncini. Mentre il divano pop di Aurelio Ayela con la scritta “there’s a treasure everywhere” ci parla di pigre abitudini e di consumismo, di ottimismo e di ironia. Materializzando gli incubi di una civiltà anestetizzata dalla proprie paure e dalle troppe comodità, le opere di questi giovani artisti sembrano colpire il bersaglio e lasciano attoniti di fronte all’estremismo radicale che caratterizza la nostra epoca.
giulia pezzoli
mostra visitata il 29 ottobre 2005
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