Come ogni fine gennaio, puntuale, a Bologna è tornata ArteFiera e, come da tradizione, la città incomincia il nuovo anno nel segno dell’arte, felicemente invasa da mostre e eventi collaterali che accompagnano la kermesse fieristica. Quest’anno, però, il programma di ArtCity si ricorderà anche per una grande assenza: quella di Marco Scotini. Scorrendo la mappa del nutrito programma espositivo, allora, la domanda è lecita: lasciato vuoto il piedistallo, a chi è toccato il compito di riempirlo? Non di certo, alla mostra dedicata ai quarant’anni del collezionismo di ArteFiera, che purtroppo ci lascia un po’ delusi nel suo insieme. Muovendosi un po’ alla rinfusa tra Palazzi storici, musei, gallerie e dimore private, ci si s’imbatte nel centralissimo Palazzo De’ Toschi, nuovo centro espositivo legato alla Banca di Bologna. Qui, Simone Menegoi presenta “La Camera. Sulla materialità della fotografia”, il terzo atto di un raffinato progetto di studio che esplora il rapporto tra fotografia e scultura, in tutte le forme in cui esso si può articolare, nella libertà tecnica della nostra contemporaneità.
I primi due capitoli del progetto – intitolato nel suo insieme “The Camera’s Blind Spot” – sono stati presentati nel 2013 al MAN – Museo d’Arte della Provincia di Nuoro e nel 2015 Extra City Kunsthal di Anversa.
La domanda al centro delle riflessioni di Simone Menegoi è: può esistere una potenzialità scultorea della fotografia? Esiste un’ipotesi di dialogo tra due tecniche che rappresentano due modi così diversi di rapportarsi all’arte? «Le mostre sul rapporto scultura-fotografia – scrive Menegoi nel testo che accompagna la mostra – si fermano spesso a una concezione “classica” di esso, secondo la quale la fotografia documenta e rivisita opere tridimensionali già esistenti; oppure illustrano il modo in cui la fotografia […] presenta oggetti quotidiani come se fossero sculture. Il ciclo “The Camera’s Blind Spot” ambisce non solo a documentare i più recenti sviluppi di queste tendenze, ma anche a dar conto di altre possibilità, non meno importanti; in primo luogo, quella che vede la materialità spingersi a tal punto da trasformare quest’ultima in oggetto. Una sfida a ciò che costituisce sin dal principio il blind spot della tecnica fotografica, il suo limite: l’impossibilità di rendere un oggetto tridimensionale su una superficie piana».
A Palazzo De’ Toschi sono di scena ricerche e sperimentazioni tecniche che indagano le potenzialità del mezzo fotografico di estendersi nella terza dimensione, dando vita a risultati insoliti e a volte spiazzanti, ricreando quel senso di meraviglia che la fotografia aveva agli occhi dei primi osservatori. Tra gli artisti in mostra ci sono gli italiani Franco Guerzoni, Paolo Gioli, Fabio Sandri, oltreché ai giovani Luca Trevisani e Elia Cantori, e autori stranieri come Dove Allouche, Paul Caffell, Attila Csörgő, Linda Fregni Nagler, Raphael Hefti, Marie Lund, Ives Maes, Justin Matherly, Lisa Oppenheim, Johan Österholm, Anna Lena Radlmeier, Evariste Richer, Simon Starling, Carlos Vela-Prado.
Leonardo Regano
mostra visitata il 31 gennaio
Dal 29 gennaio al 28 febbraio 2016
La Camera. Sulla materialità della fotografia
Palazzo De’ Toschi
piazza Minghetti 4/D,
40124 Bologna
Orari: da martedì a domenica 10.00-13.00 / 16.00-19.00. Chiuso il lunedì
ingresso libero