Fu la determinazione di un grande collezionista francese, Eugène Dutuite, a riunire dagli anni ’30 dell’Ottocento, in un’unica raccolta, la quasi integrità dell’opera incisoria del maestro del secolo d’oro olandese. Una collezione che, grazie alla donazione al Comune di Parigi, andò ad arricchire dal 1902 il fondo patrimoniale del neo-eretto Petit Palais.
Per la sua vocazione alla promozione artistica e culturale, e come omaggio alla passione da sempre manifestata per l’arte incisoria da Luigi Magnani, la Fondazione Magnani-Rocca è stata scelta come sede espositiva per la ventesima “Ambasceria Internazionale” della prestigiosa istituzione museale parigina, che invia come delegate cinquantacinque incisioni all’acquaforte di
Rembrandt van Rijn (Leida, 1606 – Amsterdam, 1669).
Il percorso cronologico che regola l’andamento espositivo si fonda su una tripartizione della vita dell’artista in fasi tecniche ed espressive – la formazione (1625-40), la maturità (1640-50), la fase finale dell’apogeo (1650-69) – che dimostrano, nella loro evoluzione,
il grande valore accordato all’attività incisoria dal pittore, praticata così costantemente per tutto l’arco della vita da ricavarne risultati creativi estremamente originali. La ricchezza tonale e grafica che raggiunse con il padroneggiare della tecnica fu la condizione primaria di un’equivalente libertà che investì espressioni e pose.
Presenti in tutte le declinazioni gli intensi autoritratti, propedeutici allo studio delle deformazioni emotive dei tratti ma anche profondo momento d’introspezione. Fra tutti, il più brillante appare
Autoritratto con berretto, a bocca aperta, minuscola effige della giovinezza di Rembradt, magnifica istantanea fra stupore, incredulità, spavento o, semplicemente, ironia.
Nelle stampe rembrandtiane, i soggetti mitologici si colorano di una venatura “
se non irriverente di certo profondamente originale”; le scene di genere o erotiche sono restituite con una schiettezza davvero moderna, i paesaggi sembrano sempre turbati da un tratto vitalizzante, i soggetti religiosi recano la tara spirituale del mistero attraverso il trattamento intellettuale dello studioso.
Si riesce, insomma, a percepire sensibilmente come tutto ciò che viene inciso sulla lastra porti con sé l’umanissima e poliedrica essenza dell’autore.
La mostra si pone inoltre come un approfondimento sul procedimento tecnico che regola la riuscita espressiva della stampa e coglie l’occasione per mettere a confronto il
Faust di proprietà della Fondazione parmense con l’incisione omologa del Petit Palais, rispettivamente III e I stato di stampa dalla medesima lastra.
Le eccellenti opere della scuola tedesca – rappresentata dai suoi più celebri autori,
Martin Schongauer e
Albrecht Dürer – appartenenti alla collezione Magnani aprono idealmente il percorso di studio, ponendosi come modelli imprescindibili e obbligati per qualsiasi esito successivo nell’arte grafica dell’incisione.