-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
fino al 28.XII.2003 Marco Samorè – Storia di uno che se ne andò in cerca della paura Sassuolo (mo), Paggeria Arte
bologna
Il gap di una trascurata fiaba ottocentesca si concretizza in strane icone “neoretrò”. Riesumate dall’immaginario intimo e straniante degli anni Ottanta. Marco Samorè rilegge i fratelli Grimm…
C’era una volta qualcuno che decise di farsi venire la pelle d’oca e dopo mille spaventevoli peripezie scoprì che “questa” era solo un semplice e fisiologico brivido di freddo. In sintesi e con ogni provocazione del caso, così raccontano Jacob e Wilhelm Grimm in uno dei tanti capolavori sconosciuti che compongono la celeberrima raccolta Kinder-und Hausmarchen.
La morfologia di questa fiaba, in cui la paura è fraintendibile, soggettiva e in qualche modo negata da una caustica ironia che la tramuta in una leggera ed irriverente tensione psicologica, è lo spunto riflessivo attraverso il quale Marco Samorè dispone in istallazione composita una serie di lavori in cui si succedono simili distorsioni percettive della realtà. Contestualmente, l’universo fiabesco di maghi, mostri e principesse che fa da sfondo al racconto, è declinato nelle altrettanto inquietanti e soffuse atmosfere della “cameretta” adolescenziale del flâneur anni Ottanta (anche lui forse in cerca della “pelle d’oca”). E dunque, nell’intimità dei rinnovati spazi della Paggeria ducale di Sassuolo, accanto ai poster porno-soft di sirenette al bagno (anche loro con i brividi) si aprono gli squarci dei paesaggi senza aria di certi wallpaper così di moda in quegli anni. Dalla mobilia in compensato plasticoso è ritagliata l’icona AC/DC “trovata” in un vecchio disco, e come in un’allucinazione, l‘antipatico tappetino pseudopersiano mostra sconcertanti alterazioni perimetrali. Gli alberi del bosco (della fiaba, del wallpaper, del ricordo infantile o della realtà: questo rimane un dubbio opportuno) si trasformano in frammenti e curiosi volumi che ingombrano la sala.
Con un simile substrato popular-kitsch, Marco Samorè si accosta alla fiaba, ne racconta le anarchie e i turbamenti (soprattutto la bellezza del fraintendimento tra l’inquietudine, la sorpresa e la stranezza) e ne traduce le deviazioni che alterano la tranquilla norma perbenista. Ne consegue una “lucida” interpretazione del cortocircuito fiabesco che nel caso è trasposta in un’irrequieta scenografia di glamorous design che brilla di sconcertante attualità.
articoli correlati
Doppia personale di Samorè alla Galleria Plastica
Unisci I punti da Marsiglia a Bologna
Ratio a Monfalcone
patrizia silingardi
mostra vista il 16 novembre 2003
Storia di uno che se ne andò in cerca della paura – Marco Samorè
a cura di Betta Frigeri
testo di Roberto Daolio
Sassuolo, La Paggeria
Piazzale della Rosa, Sassuolo (Mo),
16 novembre – 28 dicembre 2003
orari: mercoledi, giovedi, venerdi 16–20; sabato e domenica 10-13 / 16-20
ingresso gratuito
info: La Paggeria Arte
tel. 339 3766367
paggeriarte@yahoo.it
[exibart]