Il Premio Furla per l’Arte, giunto quest’anno alla quinta edizione, presenta alcune novità organizzative di rilievo. In primo luogo è diventato biennale; poi è nata la collaborazione fra la veneziana Fondazione Querini Stampalia e Villa delle Rose. La mostra dei cinque finalisti viene allestita in quest’ultimo luogo, mentre la personale del vincitore sarà presentata nello spazio lagunare nel 2006. Inoltre, tutti i materiali inviati per le selezioni, con un processo retroattivo che coinvolge anche le scorse edizioni del Premio, andranno a integrare il già cospicuo archivio della milanese Viafarini.
L’edizione in corso ha una testimone d’eccezione, che come di consueto ha ideato l’immagine grafica dell’evento. Kiki Smith ha proposto Follow your shadow, invito simboleggiato da una coppia di civette di sorrette da mani umane: seguire l’ombra che ci portiamo dentro, lasciar agire ed emergere ciò che quasi sempre è irrimediabilmente sepolto nell’Io profondo.
Quanto ai finalisti, cominciamo con le donne. Deborah Ligorio (Brindisi, 1972; vive a New York) presenta video -che quest’anno sono il mezzo certamente più utilizzato nella rassegna- del 2003 e 2004, nei quali si contrappone la sua abituale tendenza alla codificazione “informazionale” del linguaggio, inteso in senso molto ampio, all’indagine dello spazio-tempo in un contesto naturale, almeno di primo acchito. Rä di Martino (Roma, 1975; vive a New York) propone altri video dove a dominare è la destabilizzazione dei canoni e dei soggetti: in not360 la ripresa circolare alleniana si destruttura in una ripetizione modificata che impedisce la narrazione lineare; in Can Can! il focus si sposta sul soggetto isolato, un uomo agghindato come una parigina d’antan che con alterna energia e convinzione si trasferisce mentalmente al “Moulin Rouge”; mentre nel terzo lavoro il mitico Rambo si autoirride, trasformato in eroe da pellicola muta.
Passando alla componente maschile dei finalisti, e in ordine rigorosamente alfabetico, Alex Cecchetti (Terni, 1976; vive a Berlino) presenta anch’egli lavori video che evidenziano la felice contaminazione fra mondo della comunicazione (pubblicitaria), arte visiva e cinema, con un importante ruolo riservata alla musica, spesso purtroppo trascurata in molti video d’artista. Si conclude con due artisti “eccentrici” in questo contesto. Il lavoro di Christian Frosi (Milano, 1973; vive a Milano) è infatti caratterizzato prevalentemente da una ricerca performativa e installativa che si sostanzia in scatti fotografici; mentre Pietro Roccasalva (Modica, 1970; vive a Milano) indaga le possibilità della pittura nel mondo contemporaneo, spingendosi dai territori del pastello sino a quelli dell’animazione digitale.
Dopo Sislej Xhafa, Lara Favaretto, Sissi e Massimo Grimaldi, il quinto premiato resterà un mistero fino al 12 marzo. Nell’attesa, un cenno ai selezionatori: Barbara Casavecchia, Mario Gorni, Cesare Pietroiusti, Marcello Smarreli e il gruppo Synapser. Una chicca? Il vincitore avrà, come premio aggiuntivo, l’onere di realizzare la copertina di Exibart.onpaper numero 22.
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Premio Furla per l'Arte: perché a Bologna e Venezia? (chiedetelo a Kiki)
Sabato 12 marzo si svolgerà a Bologna, a Palazzo d’Accursio, la cerimonia finale del "Premio Furla per l'Arte".
Il vincitore verrà scelto dalla giuria internazionale nella rosa dei cinque già selezionati nella prima fase della manifestazione, e sarà protagonista di una mostra presso la Fondazione Querini Stampalia di Venezia.
Il Furla è annunciato come importante evento pensato per valorizzare la giovane arte italiana, tuttavia esaminando i percorsi individuali dei cinque finalisti, ci accorgiamo che tre di essi vivono all'estero e quasi la totalità ha, in passato, fatto base a Milano, passaggio che certa critica d'arte contemporanea considera determinante per il successo di un artista. Le selezioni del Furla, quindi, seguono parametri che, ancor prima della valutazione della qualità delle opere, richiedono l'adesione ai ristretti circuiti di alcuni centri di produzione culturale. E' sorprendente che la Galleria d’Arte Moderna di Bologna e la Fondazione Querini Stampalia diano, come partner istituzionali, credibilità ad una manifestazione che rimane sostanzialmente un premio espressione dell'arte contemporanea milanese, non certo una vetrina di giovane arte italiana.
Il Furla fotografa un mondo dell’arte chiuso, rigido, bloccato. Richiede agli artisti di genuflettersi umilmente ad esso, prima trasferendosi nei palcoscenici del circuito (Milano ecc..), poi inseguendo quei meccanismi di potere che riducono l'arte quasi ad un gioco di società: chi fa dell'aggancio con le diverse culture locali un punto forte della propria poetica, ne risulta penalizzato. Dunque, perché un Furla a Bologna e Venezia? Per sottrarre spazi e risorse ai creativi che in queste città operano? Per obbligarli a trasferirsi a Milano?
Kiki, tu sei l'autrice dell'immagine grafica dell’edizione del premio 2005. Proprio tu che hai trovato successo e consenso al tuo lavoro in un contesto culturale che presta ben poca attenzione all’arte italiana contemporanea, vieni qui a suggerirci di "seguire l’ombra" (Segui la tua ombra, titola il disegno), mentre è ormai evidente che, per esistere, un giovane artista italiano viene obbligato a "inseguire" il potere culturale. Cara Kiki, ci hai fatto un buffo scherzo!