17 aprile 2003

fino al 3.V.2003 Flavio de Marco – Orizzonte Bologna, Studio Ercolani

 
E' prima pittura o riflessione sull'immaginario tecnologico? Dove collochiamo questo (e gli analoghi) tipo di approccio alla contemporaneità? La soluzione non esiste perché non c'è problematica; è una questione di percezione dello spazio…

di

ed è appunto perciò che Flavio de Marco, leccese del ’75, intitola Orizzonte la sua personale bolognese, intendendo far proprio il concetto che la percezione visiva in senso realista, alla luce dei modelli di conoscenza instaurati dalla tecnologia, appare obsoleta. La piramide prospettica rinascimentale, astrazione bidimensionale dello spazio tridimensionale, non è più sufficiente e quantomeno limitante delle capacità di comunicazione e apprendimento dell’uomo.
Sintetizzando, il modello cognitivo riduzionista tradizionale puntava essenzialmente a trasmettere una visione sintetica della realtà; l’evoluzione delle capacità cognitive umane, permette oggi di agire contemporaneamente su molteplici livelli di comunicazione: la logica ipertestuale è un moltiplicatore che induce ad operare in un contesto aperto e frammentario, in cui selezione e produzione di informazione finiscono inevitabilmente per coincidere. Ogni pretesa di orgaFlavio de Marco Paesaggio 2002 acrilico su tela nizzazione, indicizzazione, catalogazione del flusso informativo, genera impoverimento e perdita di dati, limitando la possibilità di conoscenza.
La ricerca di Flavio de Marco è indirizzata ad indagare gli orizzonti del nuovo spazio, individuandone meccaniche e dinamiche elementari. Le windows dell’omonimo software Microsoft sono probabilmente l’immagine più consueta del paesaggio mediatico odierno. La loro forma bidimensionale e geometrica definisce perimetri di connessione, la cui attitudine alla sovrapposizione, alla moltiplicazione, prelude ad un’architettura molecolare dell’informazione, in perenne incremento. De Marco dipinge finestre aperte su freddi paesaggi monocromatici, cinerini e silenziosi, privati di ogni traccia testuale ed iconica, col fine di rappresentare la forma, la struttura dinamica dello spazio-software. Le dipinge su muro, le raddoppia sulla tela, strombando il telaio perché appaia impalpabile, sospeso nello schermo della realtà che ci circonda.
La domanda finale viene spontanea: basta tutto ciò per dimenticare le finestre e la poetica di Carlo Zanni> o i bianchi schermi inquadrati d’arcobaleno di Davide Minuti? No, non basta, e però la volontà e il rigore di quest’artista inducono a non sottovalutarne, in prospettiva, la ricerca che, seppur in modo non ancora compiuto e maturo, sembra indirizzata su altre strade rispetto alla prassi pittorica di Zanni, concentrandosi sulle dinamiche del web e tralasciandone gli aspetti iconografici.
C’è un buon catalogo a corredo della mostra in cui, al testo incomprensibile ed irritante di Roberto Daolio, fa il verso lo splendido contributo di Wu Ming: godibile, divertente, commovente, didattico.

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Intervista a Davide Minuti
link correlati
www.wumingfoundation.com
apparati
il testo di Wu Ming

alfredo sigolo
mostra visitata il 5 aprile 2003


Flavio De Marco – Orizzonte
Bologna, Studio Ercolani, viale g.b. ercolani 5/2
Dal 5.IV.2003 al 3.V.2003
visite su appuntamento
per informazioni: tel. 051 398076 348 7337878, e-mail studioercolani2002@yahoo.it
catalogo in galleria con testi di Roberto Daolio e Wu Ming


[exibart]

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