Il passaggio metafisico dal tempo, regno del divenire, all’eternità, regno dell’essere. Il fascino della visione cosmogonica in cui l’acqua,
arché di tutte le cose nel pensiero di Talete di Mileto, è celebrata nella sua forma mitologica più pura: il cristallo. È il fil rouge che permea
Krystallos, personale di
David Casini (Montevarchi, 1973) che inaugura la galleria bolognese Car Projects.
In una scenografia nivea ed essenziale, in cui la luce solare permea ogni creazione, le installazioni in vetro, cristallo di quarzo, resina, corallo e marmo celebrano come microcosmi il tempo sospeso. Attraverso la trasparenza dei vasi-ampolle in vetro posti su prismi triangolari, miniature di grattacieli futuristici in marmo verde svettano su resine azzurrine, cristalli e coralli chiari, quasi a voler simboleggiare la contrapposizione tra il dinamismo esasperato dell’alienante società post-industriale e il classicismo del mondo greco, culla della filosofia occidentale. L’immagine della città leggendaria, utopica, fantastica, sospesa nell’eternità dell’universo, ricorre nella forma dei minerali raffigurati nei quadri, realizzati con aerografo e china su carta dorata.
Un’Atlantide dalle atmosfere surrealiste, che richiama l’architettura della
Metropolis di
Friz Lang.
Ma la suggestione provocata nello spettatore, immerso in un viaggio cosmico e filosofico nell’universo parallelo di Casini, vede l’apoteosi nel secondo livello della mostra. Un varco a forma di camino, ornato da glicini-coralli dipinti e da inserti in marmo verde petrolio, conduce a una stanza circolare. È il passaggio spazio-temporale dalla dimensione del tempo alla dimensione dell’eternità. Una luce fioca illumina d’immenso una scultura in ghiaccio a forma di cristallo, posta al centro della stanza su un tavolino stile primi Novecento. Un meccanismo refrigerante sprigiona costantemente aria fredda per mantenere intatta l’opera.
È il krystallos, termine che in greco antico significa ghiaccio. Nella mitologia greca, infatti, si riteneva che il cristallo fosse acqua ghiacciata in eterno per volontà degli dei. È in quest’accezione che il cristallo-ghiaccio è assurto dall’artista a simbolo dell’eternità. Notevole infatti è l’impatto emotivo con
Krystallos, l’installazione finale della mostra, essenza della poetica sull’eternità che Casini ha inteso rappresentare rendendo la cristallizzazione e la sospensione del tempo-divenire e la perfezione circolare del cosmo.
Uno sguardo verso l’infinito, in cui l’animo umano si libera, per qualche istante, della sua intrinseca condizione esistenziale di precarietà o, riprendendo l’espressione sartriana in
L’essere e il nulla, di “
essere mancante di”, proiettandosi verso la metafisica dell’assoluto.