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Fino al 3.XI.2018 | Flavio Pacino, Superfici Iniziali | Adiacenze, Bologna

di - 2 Novembre 2018
La mostra, come molte di Adiacenze, è nata dalla proficua collaborazione dello spazio, da poco entrato nella lista del Mibac dei luoghi del Contemporaneo in Italia, con l’Accademia di Bologna ed in particolare con la cattedra di Progettazione di allestimenti di Fabio Romano. Dopo Paolo Bufalini infatti, è stata la volta di Flavio Pacino (Firenze, 1993) che ha esordito a Bologna con la personale Superfici Iniziali, con testo critico di Davide Da Pieve.
Il focus è stato quella di concepire le due sale al piano terra e al piano interrato dello spazio espositivo come un blocco unico, come si fa con la modellazione 3D, e vederlo quindi come un progetto CAD nel quale poter zoomare a piacimento da dentro a fuori l’edificio ridotto in prospettiva alla grandezza di un monitor. Una mostra questa, partita da una riflessione sulla natura e da alcuni semplici concetti della geometria analitica, ragionando per piani e livelli paralleli come potrebbe funzionare qualsiasi software di grafica.
Flavio Pacino, Superfici Iniziali
Partendo dal piano interrato infatti troviamo il livello del pavimento e, appena sopra di esso, il cosiddetto livello dei legni sospesi dal titolo “Po”, un’installazione molto complessa che cerca di riprodurre il galleggiamento dei rami come se ci si ritrovasse immersi in un lago stagnante e stessimo guardando verso la superficie. I rami degli alberi a ridosso dei corsi d’acqua infatti, una volta caduti affiorano subito a pelo dell’acqua “da qui il titolo della mostra” come afferma l’artista. Questo livello coincide ancora con il soffitto e quindi con il pavimento del piano terra e il soffitto della stessa sala che si trova all’inizio del percorso che è lasciata completamente vuota, eccezione fatta per un elemento ligneo assemblato con resine: “Fluire”, posto sempre orizzontalmente e che quindi resta parallelo agli altri piani mettendo in comunicazione l’interno con l’esterno sbucando dalla finestra che dà su vicolo Santo Spirito. Il movimento sinuoso di questi tralci di legno sorretti da resine acriliche si propaga nell’ambiente facendosi metafora dell’intervento umano sulla natura, intervento culturale che permette al mondo naturale di avere una seconda vita.
Alla fine del percorso in fondo all’ultima sala si trovano una serie di disegni retroilluminati all’interno di un parallelepipedo “So di pelle” che fungono da progetto esplicativo dell’intera operazione mostrandone i livelli sopracitati creando un’idea di profondità e sospensione dei disegni che sembrano anch’essi galleggiare a loro volta.
Vincenzo D’Argenio
mostra visitata il 10 ottobre
Dal 22 settembre al 3 novembre 2018
Flavio Pacino, Superfici Iniziali
ADIACENZE, Vicolo Spirito Santo 1/B – Bologna
Orari: dal mercoledì al sabato 11.00-13.00 e 16.00-20.00 (lunedì e martedì su appuntamento)
Info: www.adiacenze.it

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