Oltre 200 opere di proprietà dell’artista tratteggiano una panoramica sul lavoro di Pirro Cuniberti (Padulle di Sala Bolognese, 1923) dal 1948 a oggi. Divise in tre sezioni (1948-1960; 1960-1970; fino al 2003), consentono di verificare un’evoluzione, accertare le costanti, rintracciare tematiche, osservare la varietà dei materiali usati, constatare il mutare di tono dei colori, apprezzare le ripetizioni e le singolarità di un percorso che rifiuta di essere etichettato e racchiuso nell’ambito di movimenti. In breve, permettono di accostarsi alla poetica di Cuniberti e di giungere, se non a capire i singoli lavori, certo a esserne affascinati.
Quello nell’opera del disegnatore (così ama definirsi) bolognese è d’altronde un viaggio nell’universo di un personaggio che, pur essendosi mosso lontano dalle mode, non è per questo stato meno sensibile agli stimoli offerti dagli altri artisti. Come attestano le opere in mostra, Cuniberti ha fatto proprie soltanto le influenze tangenti alla sua sensibilità, per filtrare lo stile sintetico degli anni ’40 attraverso i segni di Klee (il suo grande maestro riconosciuto), la matericità della pittura informale e, in parte, le
Il video/intervista all’autore, alla moglie e ad alcuni dei curatori del catalogo (Stefano Benni, Alessandro Bergonzoni, Tullio Pericoli, Andrea Emiliani), aiuta, insieme ai titoli delle opere (prolissi, ironici, fantasiosi e a tal punto parte integrante delle opere stesse da essere scritti al loro interno), a trovare una chiave interpretativa per il suo linguaggio. Con pochi segni Cuniberti dà vita a forme poetiche e scarnificate, rarefatte e geometrizzate, che restano sulla soglia dell’immagine e in cui i tratti stessi divengono protagonisti delle opere (Museo di segni, 1975; Natura morta con tre piani e sette segni inutili, 1979; Certificato di cattura di alcuni segni balordi, 1999; Una storia di segni, 2000; Etichette per tre segni omologati, 1997). E nonostante a seconda dei periodi Cuniberti proceda a operazioni tanto diverse quanto l’isolamento dei segni, la loro quantificazione, sintesi, misurazione, numerazione, organizzazione in modo regolare e riordino sulla base dei rapporti tra le cose rappresentate, egli fornisce comunque una visione della realtà a un tempo concisa, armonica e straordinariamente personale.
valentina ballardini
mostra visitata il 5 dicembre 2003
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Nel corso della mia attività ho sentito spesso il bisogno di esprimermi in merito a quanto mi stava accadendo attorno.
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Molto bella la mostra di Cuniberti. Essenziale, preciso, come se facesse le tele con una bilancia sotto. Da vedere davvero.