Prevalentemente pittore, Alex Katz appartiene a quello scenario di arte americana che, dopo il movimento dell’Action Painting, ha rivitalizzato tra i primi l’esperienza pittorica figurativa. Coniugando espressionismo astratto e nuovo realismo, la sua pittura si sviluppa in parte attraverso squarci di vita vissuta nella New York degli anni sessanta, e in parte attraverso la quiete e la vastità dei panorami del Maine, suo stato d’origine.
Ad aprire la mostra un grande paesaggio, Snow Scene #2, composto da una striscia di neve, una staccionata sulla collina, alcuni alberi appena dietro. Alla chiarezza e semplicità di questa
Anche in Buttercups, il più grande dipinto presente in mostra, Katz sembra giocare con l’ambiguità che il mezzo pittorico gli concede: in una vasta e quasi piatta distesa di verde brillante, l’artista semina rapide macchie gialle (‘bottoni d’oro’). Qui il paesaggio si presenta come un quadro informale, pittura astratta di colore e luce.
Accanto ai paesaggi una serie di ritratti, parenti e amici dell’artista, solitamente in primo piano e con una visione piatta e frontale. Come nelle vedute all’aperto, un ruolo fondamentale per la definizione delle forme è lasciato alle ombre. In Tracy, su parte del viso, sul collo e su tutta la schiena cade una precisa e ben delimitata ombra. Quasi a voler dividere il soggetto in una parte chiara e una scura, l’artista sembra alludere a come dietro all’apparenza solare e allegra di Tracy, possa celarsi un’intimità oscura, inquietante.
Spesso nei quadri di Katz l’ombra è sostituita nella sua funzione da parti dell’abbigliamento o da
Ecco allora che l’apparente essenzialità di queste opere, la loro quasi disarmante semplicità (un prato fiorito, un paesaggio innevato, il ritratto di una giovane abbronzata ecc.), nasconde allusioni ad una realtà più profonda.
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