Una personale estremamente intensa ed essenziale, riassuntiva di trent’anni di attività, per Claudio Parmiggiani. Intensa nel costante confronto con la storia dell’arte, in particolar modo con la pittura. Essenziale per la capacità di distillare e tradurre concetti complessi in una poesia di immagini dalla purezza estrema.
Il percorso espositivo si snoda lungo quindici ambienti, quindici “stazioni” che ruotano intorno ad un salone centrale inaccessibile.
Il salone centrale è interamente occupato da un labirinto di vetri rotti. Il pavimento, cosparso di frammenti aguzzi, è reso impraticabile; non resta dunque che contemplare ciò che resta di un atto distruttivo. “Ciò che resta”, che sia rovina, traccia, memoria, è ciò che si offre all’esperienza sempre e solo come frammento, come parte ridotta di un’unità ormai inaccessibile.
Respiro, memoria delle Delocazioni, è un omaggio alle atmosfere silenti ed impenetrabili di Morandi, maestro spirituale di Parmiggiani; l’assenza è qui svelata dalle sagome degli oggetti segnate dall’accumulo di polvere.
Cuore resta tra le opere più emozionanti ed è un forte simbolo di energia che sprigiona un calore realmente percepibile all’avvicinarsi.
Iconostasi riflette sulla convenzionalità della
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