“La casa è il vostro stesso corpo che vi contiene. Essa cresce nel sole e dorme nelle quiete della notte, e non è mai senza sogni. Non sogna forse la vostra casa?” (“Il Profeta”, K.Gibran).
Si, la casa, come l’uomo, sogna. Non serve andare lontano. Forse, proprio tra le pieghe della normalità, un occhio ricco di stupore, può cogliere qualcosa di magnifico, che cattura i sensi ed imprigiona lo sguardo.
Per Simona Basilavecchia, Lia Pari e Loretta Zaganelli l’ambiente domestico si rivela fonte di continui stimoli; è spazio da vivere e campo da indagare, è crocevia di tensioni psichiche ed emotive. Ed è la fotografia il mezzo scelto da queste artiste per sondare lo spazio domestico ricercandovi i sovraccarichi emotivi e visivi che connaturano quest’ambiente.
Se la casa metaforizza il corpo, riflettere entro le mura domestiche significa intraprendere una riflessione sull’identità, sul delicato rapporto che si instaura tra interno ed esterno, sulla ricettività come punto d’incontro tra il sé e il mondo.
Gli scatti di Loretta Zaganelli (Ravenna, 1968; vincitrice dell’ultima edizione del premio RAM per la sezione fotografia) registrano, quasi con piglio documentativo, la stasi successiva al traumatico sconvolgimento di una dimensione microscopica.
La serie Disastri è un reportage di un evento catastrofico di cui sono vittime varie suppellettili domestiche. Sul pavimento, giacciono inermi, tazzine, bicchieri, piatti, cucchiaini, intervallati da “spargimenti di zucchero”. Esplorando i luoghi di questo disastro, l’artista riesce a ricreare, nelle particolari inquadrature date alle immagini, equilibri compositivi di classica memoria. Con inedita forza, su di un evento apparentemente banale, sono proiettate dinamiche complesse: la labilità del mondo e,
Lo sguardo di Lia Pari scivola tra gli oggetti rivestendoli come di una patina emozionale che trasuda tensione. Utensili con cui abbiamo una frequentazione ed una pratica quotidiana sono colti secondo prospettive inedite per la visione: le superfici riescono a sedurre ed affascinare l’occhio, pur nella loro semplicità.
Questa giovane artista (nata a Cesena nel 1978 e vincitrice del premio RAM per la sezione installazioni/performance) conduce un’analisi di sé attraverso i propri oggetti: caricando all’eccesso una dimensione consueta vi proietta inquietudini, vibrazioni ed energie come riflessi di un’identità complessa.
Nei lavori di Simona Basilavecchia (Pescara, 1976) situazioni e momenti intimi sono indagati secondo un sentimento di forte appartenenza. Gli ambienti domestici non si configurano solo come contenitori della vita psico-fisica ma come luoghi in cui si stratificano ricordi ed emozioni. Nei particolari scorci e nella predilezione per una rarefazione dell’immagine, la magia domestica, filtrata da una visione soggettiva, assume enfasi e sfumature da incanto.
articoli correlati
La personale di Carlotta Ruggieri al Sesto Senso
francesca pagliuca
mostra vista il 4 aprile 2003
Cabinet de curiosités: nella sede romana di Tornabuoni Arte, un progetto inedito che mostra l’intimo del mondo di Alighiero Boetti.…
Memorie personali e storia collettiva si intrecciano in un drammatico racconto visivo: alla Galleria Fonti di Napoli, la prima mostra…
Una rassegna di alcuni lotti significativi dell’anno che sta per finire, tra vecchi maestri e artisti emergenti in giro per…
Curata da Stefano Raimondi, MOCKUPAINT di Oscar Giaconia al Museo d’Arte Contemporanea di Lissone rimarrà aperta fino al 26 gennaio…
Il 2024 l'ha dimostrato, l'architettura roboante e instagrammabile è giunta al capolinea. Forse è giunto il momento di affinare lo…
Caterina Frongia, Millim Studio, Flaminia Veronesi e Anastasiya Parvanova sono le protagoniste della narrazione al femminile in corso presso Spazio…
Visualizza commenti
se sei casalingo ami il fuoco del fornello come me
ti alzi e poi ti svegli con il granchio nel cervello come me
e vedi che la notte e sua sorella sono come me
noi non siamo umani e tu lo sai
stare in casa è qualcosa di
di spettacolare
uno scarafaggio si nasconde e guarda come me
gente che ti aiuta a fare il nodo al cappio come me
ma tu che sei prudente tieni in tasca le forbici nuove
noi non siamo umani e tu lo sai
questa storia è qualcosa di
di spettacolare
ho visto un casalingo che andava patronato (???)
noi non siamo umani e tu lo sai
questa storia è qualcosa di
di spettacolare
Finalmente artiste giovani e nuove!! Molto interessante, complimenti all'autrice dell'articolo.