All’interno di questo ambiente sacro le grandi tele di Gian Marco Montesano, realizzate a partire dagli anni ‘80, si distinguono, ad un primo sguardo, per la tecnica inconfondibile e le tematiche storiche che raggiungono un altissimo livello di teatralità e simbolismo. I soggetti, gli attori che su queste superfici vivono come su un palcoscenico, provengono dal dopoguerra, con una fierezza e un fascino per nulla prevedibili. Nonostante si tratti di scene d’assoluta tranquillità quotidiana, lo strettissimo legame che esiste tra figura, locatione tecnica, rende l’insieme curioso e
Unmoeglich traum, L’amore vive solo oltre i 2000 metri, Il Piccolo Principe , ecco come anche nei titoli un certo umorismo da satira sia in grado di rendere ancora più strane queste scenette da cartolina alpina, con bimbi biondi, montagne e stelle alpine. Soggetti sorridenti in contesti storici, bellici, come in Di guardia ai confini, dove un uomo bello e sano come Trenker guarda di lato in perfetto stile da fotografia anni ’40.
Montagne e spiagge: On s’amuse en Union Sovietique, On s’amuse dans le Reich Allemand, ragazzi e ragazze con fisici robusti e monumentali, da pin-up , giocano e si divertono. Ma c’è un’ironia che rimanda a ben altro, sono soggetti che vanno oltre la rappresentazione pittorica. Nelle tele di Montesano la figura, specialmente quella femminile, è carica di significati e la bellezza è un elemento non solo estetico, ma culturale, sociale, storico.
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arte2000.net/ARTISTI/montesano/ITA/home_it.htm
Erika Eccher
mostra visitata il 25 maggio 2002
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