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Dipingere la storia contemporanea come pretesto per parlare di sé. L’emozionante pittura di Li Songsong (Beijing, 1973) è di scena al Museo d’Arte Moderna di Bologna, nella prima personale dedicata in Italia all’astro nascente della scena artistica cinese. In realtà, per Songsong si tratta di un ritorno nel capoluogo emiliano dove ha già esposto nel 2004 in una collettiva dal titolo “Cina Pittura Contemporanea” curata da Lorenzo Sassoli de’ Bianchi, oggi presidente del MAMbo, per la Cassa di Risparmio in Bologna, ricordata come una delle prime importanti mostre che ha posto l’attenzione in Italia sulla nuova creatività cinese.
Al centro della ricerca di Li Songsong c’è un mondo fatto di ricordi personali e di atmosfere intime che l’artista evoca servendosi di un vasto apparato iconografico ispirato alla storia e alla politica cinese degli ultimi cinquant’anni, un repertorio di immagini tratto da giornali, siti web, libri di storia e archivi. La sua caratteristica pittura fotografica è fatta di pensanti strati di colore a olio stesi su più placche di vetro o di alluminio accostate tra loro, esaltando ogni tassello con colori e spessori diversi. La frammentazione dell’immagine è per l’artista simbolo del processo mnemonico, composto da ricordi che nascono dall’accostamento caotico di idee e di scene vissute. Le sue fonti d’ispirazione sono i dettagli e i particolari marginali che accompagno le immagini ufficiali che ritrova. E così, in un’opera come Big Girls (2013), per esempio, protagoniste sono la nuora e una delle figlie di Mao Zedong, ritratte in un momento intimo, una consueta scena balneare, in cui traspare l’importanza dei soggetti dipinti solo per la presenza indiscreta degli uomini attorno, verosimilmente parte della scorta di Zedong. Anche lo stesso Mao vi compare solo marginalmente, in un ginocchio ripreso quasi per caso dall’autore dell’immagine.
La ricostruzione dell’identità della società cinese contemporanea e della propria storia personale si muovono così in parallelo nelle ventisette grandi opere che Songsong espone nella Sala delle Ciminiere del MAMbo, in un percorso articolato che dalla dittatura maoista arriva fino agli scontri di piazza Tienanmen, raccontando la Cina che cambia, una società che perde la sua innocenza idealista e la sua fede nella Rivoluzione – un monito evidente lo ritroviamo nei ritratti di Lenin (2010), di Marx (2010) e del Che (2010) – per accogliere i falsi miti di un capitalismo sempre più imperante.
“Historical Materialism” è senza alcun dubbio uno dei punti più alti raggiunti dal lavoro curatoriale svolto da Gianfranco Maraniello per l’Istituzione bolognese, una mostra che è stata realizzata in collaborazione con la Staatliche Kunsthalle di Baden-Baden, dove si trasferirà dal prossimo 31 ottobre per restarvi fino al 7 febbraio 2016, con la curatela di Hendrik Bündge.
Leonardo Regano
mostra visitata il 13 giugno
Dal 22 maggio al 30 agosto 2015
Li Songsong, Historical Materialism
MAMbo – Museo d’arte Moderna di Bologna
via Don Minzoni, 14 Bologna
Orari: martedì, mercoledì e venerdì h 12.00-18.00; giovedì, sabato, domenica e festivi h 12.00-20.00; chiuso il lunedì
Info: tel. +39 051 6496611 – fax +39 051 6496600; info@mambo-bologna.org; www.mambo-bologna.org