-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Scopo della mostra è proporre un’architettura alla portata di tutti. Da sei anni, l’ex-chiesa sconsacrata di San Mattia offre i suoi spazi ad esposizioni, conferenze ed altre iniziative legate al mondo dell’arte della costruzione.
Questa è la volta di Giuseppe Vaccaro (1896-1970), architetto bolognese, vincolato alla sua città natale anche attraverso le sue opere, come la facoltà di ingegneria e la chiesa di San Giovanni Bosco. L’interesse della mostra, promossa dall’Archivio Vaccaro di Roma,nasce tanto dal fatto che il suo lavoro finora sia stato poco studiato, quanto dalla necessità di studiarlo e farlo conoscere.
Spicca l’originalità di Giuseppe Vaccaro, che all’interno del panorama moderno novecentesco, in cui si trova a lavorare, anticipa elementi propri dell’astrattezza razionalista contemporanea. Modernità e tradizione si fondono: materiali futuristici e citazioni dall’antico, elementi monumentali e strutture geometriche lineari, solidità e dinamicità coesistono dando origine ad una unità complessa e disimmetrica.
La mostra ricostruisce il percorso creativo dell’architetto attraverso l’analisi di sette costruzioni. Al visitatore è offerta una doppia lettura: da una parte lo sguardo tecnico dei progetti e delle foto d’epoca provenienti dall’Archivio Vaccaro, dall’altra le foto di Gabriele Basilico, che cercano di interpretare in modo più immediato, quotidiano e contemporaneo gli edifici. La fruizione è facilitata anche dalla presenza di plastici.
Il percorso espositivo inizia con il palazzo della posta di Napoli: la pulizia linguistica, che prelude il linguaggio razionalista, si inserisce nelle tematiche monumentali. Simile commistione troviamo anche negli edifici della facoltà di ingegneria di Bologna. Ci troviamo di fronte a progetti che devono conciliare esigenze razionalistiche ed estetiche. Lo stesso accade nella Colonia marina dell’Agip a Cesenatico: un parallelepipedo costeggia il mare, senza invadere il paesaggio.
L’architettura di Giuseppe Vaccaro si complica nel dopoguerra, in particolare in edifici di carattere sacro, come la Basilica di S. Antonio abate a Recoaro terme e S. Giovanni Bosco a Bologna. In entrambi i casi ci troviamo davanti a scelte eclettiche consapevoli, che fondono l’antico (la facciata policroma romanica, l’uso di torri medievali) con la modernità, attente comunque a salvaguardare l’atmosfera sacrale.
Edifici apparentemente anonimi, come l’asilo nido dell’Unità Galleana a Piacenza, si affiancano a costruzioni entrate a far parte dell’immaginario comune, come il quartiere CEP, denominato “treno”, in via della Barca a Bologna. E’ una mostra che consiglio anche a chi non è esperto di architettura: il percorso fotografico parallelo lascia spazio alla rilettura personale delle opere esposte, i plastici e il materiale figurativo rendono facile la comprensione.
Giuseppe Vaccaro moderno e contemporaneo. Dal 7 ottobre al 19 novembre 2000. Spazio espositivo San Mattia, via Sant’Isaia 14/A Bologna. Orario: da martedì a venerdì: 10-12,30; 16-19.00; sabato 10,30-19,30; domenica 10-13; lunedì chiuso. Ingresso libero. Informazioni: 051-203040. Catalogo: Peliti Associati Editore a cura dell’Archivio Vaccaro. Visite guidate su prenotazione: 051-228716.
Per saperne di più:
Bologna 2000
Marta Severo
[Exibart]
bellissima la definizione di Architettura “ARTE DELLA COSTRUZIONE”…