È bello camminare per i vicoli bolognesi, tra le torri superstiti che sovrastano la città dalla loro altezza maestosa, e scoprire che in una di quelle strade puoi trovare esposizioni come quelle di Maurizio Galimberti. È bello precipitare nell’alveo della modernità che respira nelle opere di questo fotografo. O imparare che con uno strumento semplice, banale, persino modesto, quale una Polaroid, un artista può esprimere se stesso in un tripudio di forme e di colori.
Questa vera e propria lezione di linguaggio fotografico è allestita logisticamente in due sezioni della galleria. Allo spettatore si presenta dapprima la coloratissima collezione di fotografie da cui è tratto il calendario Photopop 2001, presentato in occasione della mostra: qui incontriamo scorci di paesaggi italiani e scenari visionari rielaborati e resi immagini oniriche senza spazio e senza tempo. A sinistra della galleria troviamo invece opere più concettuali, meno godibili nell’immediato, ma profondamente ricche di bellezza, emozioni e storia dell’arte. Se guardiamo alle opere di Galimberti non come a fotografie ma come veri e propri quadri, o se proviamo a compararli con la storia delle arti figurative, sarà impossibile non scorgere nella prima sezione gli influssi della pop art e nella seconda quelli dell’arte cinetica d’inizio secolo, che a ritroso ci riporta alle prime sperimentazioni di un Picasso o di un Braque.
Questa sezione infatti è costituita da splendidi ritratti scomposti che esplorano il personaggio ritratto in mille e una posizioni, espressioni, sensazioni. Il risultato di questo farsi e disfarsi del volto umano è però estremamente unitario: uno è il personaggio ritratto, nelle sue mille scomposizioni e ricomposizioni. Complesso assembramento di immagini in una sola immagine, queste opere d’arte chiedono di pensare alla complessità della natura umana, alla complessità della vita intera, alla sua bellezza.
Andrea Zannin
Maurizio Cattelan curerà, insieme a Sam Stourdzé, una mostra all’Accademia di Francia a Roma: negli spazi di Villa Medici, la…
Sergio Bonelli pubblica una nuova graphic novel dedicata alla straordinaria vita di Otama Kiyohara, pioniera nell’integrazione tra arte orientale e…
A Milano nasce la Fondazione Emilio Scanavino, per celebrare un maestro del Novecento: si inaugura con una mostra che racconta…
Gli Uffizi di Firenze hanno acquisito per 450mila euro uno dei capolavori del grande Salvator Rosa, a rischio di disperdersi…
Il calendario del 2025 si apre nel segno dell’arte con IFA - Italian Fine Art e BAF - Bergamo Arte…
Jonathan Calugi, Ray Oranges e Alberto Casagrande sono gli artisti italiani di public art a cui Plenitude ha affidato la…