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interesse è la vasta ricerca di Mario
Cresci (Chiavari, Genova, 1942) ospitata nelle sale sotterranee della
Pinacoteca: diverse forme di bianco e nero, immagini di oggetti, di ambienti,
elementi geometrici in rapporti spaziali ricercati, fotografie scandite nel
tempo, cicli, raffinati assaggi che vanno dal 1972 al 2008. Ma è poi possibile
fare diversi incontri, con opere questa volta in gran parte a colori, che
dialogano contemporaneamente con l’itinerario seguito in precedenza e alcuni
dipinti storici esposti ai piani superiori.
Una
piacevolissima occasione per conoscere l’attività trascorsa di un autore e
nello stesso tempo scoprirne le reazioni a un preciso invito, nel confronto con
quadri del passato, una serie di scelte – poche, discrete, preziose – che a
loro volta sono sorprese per i visitatori “tradizionali” della Pinacoteca.
Ne La casa di Anita, singoli elementi
acquistano speciale, commossa energia comunicativa in sfondi di grande
chiarore, una scarpa o un busto ortopedico, oppure particolari interventi
tendono a creare straniamento allo sguardo, come per alcune vecchie foto
appoggiate al pavimento di granito o una borraccia argentea rovesciata:
immagini-ricordo di una casa che andava svuotandosi, finito il tempo di chi l’aveva
vissuta, perduto il senso di quelle memorie concrete.
Diverse le
ricerche geometriche, i rapporti tra le forme, come in Alterazione del quadrato, ma anche Anamorfosi, e per Casa
Barcella la serie di nove lumache scompaiono nell’immagine a fianco,
lasciando solo le tracce del loro stare. Belli i due antichi volti “vintage” da
esposizione in vetrina e di affascinante teatralità il ciclo delle Riflessioni, corpi di marmo su sfondo
nero e linee sottili di luce come laser. E nel gruppo di Interni, l’iperrealismo si coniuga a figure evanescenti, ombre,
corpi come fantasmi.
All’ingresso
della Pinacoteca – per il percorso storico – una serie di differenti nuche si
sovrappongono alle opere che i diversi soggetti stanno osservando. Si devono
quindi scoprire i piccoli segnali che indicano gli altri interventi di Cresci,
ingrandimenti (il chiodo del Cristo, la cornice, i tessuti, il sangue in fondo
alla croce…), ma anche creazioni autonome, come l’Ostensione Ipad con fuoco o inserimenti che meravigliano, come il
grande Rosone non euclideo. Spaesamenti.
Questo viaggio di
conoscenza di Mario Cresci non si conclude a Bologna. Successive tappe sono già
in calendario, a Roma, Attraverso la
traccia (marzo/maggio 2011), e a Matera, Attraverso l’umano (giugno/settembre 2011).
Cresci
a Milano
valeria ottolenghi
mostra visitata il 13 gennaio 2011
dal 19 novembre 2010 al 31 gennaio 2011
Mario Cresci – Forse fotografia
a cura di Luigi Ficacci
Pinacoteca Nazionale
Via delle Belle Arti, 56 – 40126 Bologna
Orario: da martedì a domenica ore 10-19
Ingresso: intero € 6; ridotto € 4
Info: tel. +39 051420941; sbas-bo@iperbole.bologna.it;
www.pinacotecabologna.it
[exibart]