Tra il 25 e 26 gennaio del 1401, i cittadini di Bologna che possedevano abiti non più conformi alla legge suntuaria appena emanata, li presentarono al notaio incaricato di registrarne le caratteristiche e apporvi un bollo che ne legittimasse l’uso.
La normativa suntuaria metteva così al bando con fermezza gli eccessi della moda. Fodere di pelliccia, lunghi strascichi, sfarzosi decori in metalli nobili, il complesso insomma delle più efficaci strategie di affermazione e di seduzione della moda femminile tutt’un tratto sembravano minacciare paurosamente l’ordine sociale.
Le 211 notifiche riportate sul registro della bollatura delle vesti conservano la memoria di un tesoro che aggiunge fascino alla Storia. E i particolari del quotidiano ci
Su una base di documenti e fonti iconografiche coeve si è mossa l’immaginazione di Luisa Zurla dando vita alla serie di venticinque bozzetti esposti alla mostra e accompagnati dalla descrizione originaria del burocrate che a volte lascia scappare un prezioso commento di personale ammirazione.
La mostra si ripropone di dare al visitatore una larga panoramica sulla moda e sulle sue restrizioni legislative fra Tre e Quattrocento; si arricchisce così di documenti di diverso genere che contribuiscono al delinearsi del quadro culturale. Diversi i manoscritti esposti: il registro della bollatura, lo statuto suntuario e quelli delle società coinvolte nella produzione e nella circolazione dei beni soggetti a limitazioni, riccamente ornati dai prestigiosi miniatori bolognesi tra cui Niccolò di Giacomo (notizie dal 1353 al 1401). La mostra si chiude con alcuni accessori provenienti dal museo civico medievale e quattro manichini, dell’artista fiesolana Amalia Ciardi Duprè, che indossano ricostruzioni degli abiti dipinti da Piero
“Giornee incannucciate”, “gabbani di zetanino”, “cotte”, “pel lande” e “pianelle” sono anche un suggestivo tesoro lessicale, che si riferisce a tagli sartoriali, tinte, tessuti, ed accessori.
L’esposizione, che trova un luogo ideale all’interno della Casa -Torre dei Catalani adiacente all’Archivio di Stato, è completata da una serie di conferenze su temi inerenti alla mostra.
All’origine dell’esposizione, infatti, c’è un lavoro di ricerca, condotto dalla stessa curatrice della mostra Maria Giuseppina Muzzarelli, che in tale occasione ha presentato il volume La legislazione suntuaria. Secoli XIII-XVI Emilia – Romagna.
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