Chi conosce neon>campobase non
può che rimanere profondamente spiazzato: una parete in cemento alleggerito
posta su un ponteggio metallico blocca e impedisce la visuale delle due ampie
sale, tagliandole trasversalmente, come se una grande lama di granito avesse
affettato l’edificio. Il risultato è un cortocircuito mentale, un rimbalzo
stridente fra il ricordo del percepito e l’immagine restituita dal presente.
Artefice di quest’operazione è
Wolfgang
Weileder (Monaco,
1965; vive a Newcastle), artista interessato non solo al rapporto fra uomo e architettura,
ma anche a quello fra presenza e assenza. A Milano, con
Le terme e la sirena, costruzioni effimere hanno
evocato luoghi che erano parte integrante della storia della città, oggi ancora
esistenti ma sfortunatamente nascosti nel sottosuolo.
Invece in quest’occasione ha
ruotato virtualmente la galleria di 24°. L’unico indizio materiale è la parete,
quasi sospesa, che sovverte e muta l’utilizzo e la vivibilità dello spazio,
trasformato anche nell’apparenza in cantiere d’idee e creatività.
Attraversando il reticolo d’impalcature
è possibile accedere alla proiezione di
Lunedì del duo
M+M (Marc Weis, Daun, 1965; Martin De
Mattia, Duisburg, 1963; vivono a Monaco), che insieme a Weileder ha partecipato
a un progetto similare compiuto nel Regno Unito, da cui tale esibizione prende
avvio. E l’architettura, simbolo per antonomasia di solidità e stabilità, viene
a interagire con l’impalpabilità delle immagini in movimento.
Il film è parte di un ciclo di
video per ogni giorno della settimana, ispirati ad altrettante note pellicole
cinematografiche. Nell’opera in mostra, attraverso un gioco speculare di video
sincronizzati posti l’uno accanto all’altro, i due artisti hanno intrapreso un
processo di trasformazione del significato del testo presente nell’unità
temporale
Monday del celebre capolavoro di
Kubrick,
Shining.
La presenza del “genere horror”
nell’arte s’inserisce in un trend che ha già coinvolto artisti di tutto il
mondo, dall’islandese
Gabriela Fridriksdottir agli italiani
Carloni &
Franceschetti. In
questo caso, M+M utilizza il
topos della famiglia per incrinarlo sottilmente attraverso la
forza della parola. Danny, il bambino dotato della cosiddetta “
luccicanza”, è sostituito da due figure
femminili di diversa età. Madre e figlia condividono abiti e atteggiamenti, e
qui Jack Torrance è un qualsiasi Ben, nel duplice ruolo di padre e marito.
Così, nelle due proiezioni, ogni
termine diventa veicolo di messaggi ambivalenti, amplificazioni della complessa
e fragile personalità del protagonista. Partendo da una storia che offre, già
di per sé, un labirintico susseguirsi d’interpretazioni e concetti subliminali,
fra allucinazione e realtà.
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Non ho capito cosa hanno fatto col muro e il video.....