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fino al 31.X.2009 | Transitions | Reggio Emilia, Collezione Maramotti

di - 24 Settembre 2009
Ospitate
nel nuovo spazio espositivo temporaneo dell’ex stabilimento Max Mara, le opere
più recenti acquisite dalla Collezione Maramotti forniscono un sintomatico
spaccato della situazione newyorchese intorno alla pittura. In mostra ventuno
artisti con trenta grandi opere: originali percorsi artistici realizzati in
bilico tra il medium più tradizionale e l’efficace immaginario artistico
destinato a mezzi più innovativi.
Centro
propulsore delle sperimentazioni è New York City, metropoli in cui lavorano
tutti gli artisti coinvolti nella collettiva. Maramotti ha ottimo fiuto e
precorre i tempi, come dimostra l’importante retrospettiva in programma al
Macro di Roma sull’arte underground newyorchese.
Una
sala decentrata dello spazio è dedicata alle visioni architettoniche.
Metropolitane le costruzioni di Enoc Perez che, come Daniel Rich, trova nella fotografia (estorta da una qualsiasi
fonte cartacea) lo stimolo creativo su cui innescare un laborioso iter
processuale extra-pittorico, trafitto solo nel finale dal tubetto di colore.
Scatta autonomamente le proprie fotografie e le riversa in pittura Bart
Domburg
: indirizzato da uno
sguardo autorevole, l’artista privilegia imponenti edifici, estroflessioni
architettoniche dell’odierna società di massa.
Immagini
sottratte alla realtà, di matrice fotografica o cinematografica, vengono usate,
manipolate e rappresentate anche da Will Cotton, Ann Craven, Lisa Ruyter,
Wayne Gonzales
e Damian Loeb.

Si
congeda dalla tela, per espandersi nello spazio tridimensionale, il progetto di
Jessica Stockholder. Un lavoro
estroverso, un fai-da-te tra
pittura, scultura e installazione. L’opera è colma di materiali inusuali dalla
cromia esuberante, superfetazioni commerciali, accumulazioni di oggetti e forme
difficili da decifrare.
Interessante
il paesaggio mentale evocato da Kevin Zucker. Un processo d’immaginazione e ambientazione
interiore (più che la descrizione geometrica di uno spazio d’interni)
progettato al computer e restituito con il ricalco dalla carta carbone alla
superficie pittorica. Un’allegoria architettonica, un set spaziale di librerie
fittizie, svuotate di spessore e ridotte a una grafica parietale scolorita,
appiccicata su esili impalcature.
Spesso
accostato alla cultura pop, Kelley Walker trasla l’attenzione dalle elaborate tessiture dei materiali
costruttivi ai fogli strappati da importanti magazine e inseriti sulla superficie (“Playboy”, “Vogue”,
“New York Times”, “Life”…). Strisce di giornali intrappolati che non
funzionano solo da malta di ancoraggio per le pareti virtuali, ma trattengono, sorreggono e occultano
notizie anziché oggetti.

Dana
Schutz
e Pedro Barbeito rimandano a due opere di Bruegel per realizzare i rispettivi Paesaggi con figure, ma
sia gli intenti linguistici che gli esiti estetici sono totalmente diversi.
Nell’opera della giovane artista la tela è trascinata dal ritmo cromatico delle
figure e intrisa di vitale espressionismo; con Barbeito l’atmosfera si
raffredda e l’immaginario compositivo si frammenta in traiettorie grafiche. Con
figure dissolte su un paesaggio in pixel.

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con la curatrice di New York Minute

federica
bianconi

mostra visitata il 19 luglio 2009


dal
24 maggio al 31 ottobre 2009
Transitions.
La pittura alla fine dell’arte
Collezione Maramotti – Max Mara
Via Fratelli Cervi, 66 – 42100 Reggio Emilia
Orario: giovedì e venerdì ore 14,30- 18,30, sabato e domenica ore 9,30-12,30 e
15–18
Ingresso libero
Catalogo Gli Ori
Info: tel. +39 0522382484; fax +39 0522934479; info@collezionemaramotti.org; www.collezionemaramotti.org

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