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(Bologna, 1958) gioca sulla scena con significanti e significati, contenuti e
suoni, in inseguimenti, rincorse, meccanismi di contagio colmi di stupori,
accumuli e accelerazioni che tengono il pubblico col fiato sospeso, accendendo
risate, lasciando stupefatti. Anche se è molto difficile, poi, ricordare quegli
originali, travolgenti scioglilingua.
Le cose – residui
di materie – possono mettersi insieme come le parole, per strane affinità,
anche a comporre particolari equilibri estetici, lasciando comunque intravedere
il piacere dello scherzo, dell’ironia; tutto è possibile, ma con il gusto della
scelta che conduce a speciali soluzioni, giocose e colte allo stesso tempo. Gli
scarti industriali creano forme, raccolte, scandiscono lo spazio chiaro della Otto
Gallery tra presenze di vecchi mobili e fili di ferro appesi in diversi
intrecci. Un coraggio ilare e spudorato, e la teatralità nel variare degli
elementi.
Una ruota
appoggiata al muro e trucioli di plexiglas. Cenere e pietra, gessetto e
catrame. Ma anche osso, sasso e legno. Senza rinunciare – ancora una volta,
inevitabilmente – alle parole, scritte a china su cerchi di cartone, parti di
mondo su cui navigare discorrendo di tutto e di niente. Divertenti anche i
titoli: Testa e croce, ad esempio, Respiro mobile o I piegati. Ogni cosa si mostra e si rivela in forma imprevedibile,
scherzosa, inattesa, ma lasciando spazio anche a una sorta di affettuosa
poesia.
L’autore parla di
in-apparente per opere la cui materia proviene dalla fabbrica meccanica del
padre. Dunque anche segmenti di memoria, tracce di lavoro, residui di ricordi.
Anagrammi a volte, mescolanza di elementi, frammenti, nuove costruzioni. Ancora
una volta, come suoni per diverse parole.
Bergonzoni
a Napli
Dal
teatro alla galleria: la parabola di Bergonzoni
valeria ottolenghi
mostra visitata il 13 gennaio 2011
dal 4 dicembre 2010 al 5 marzo 2011
Alessandro Bergonzoni – Proporzioni occulte (gli antipodi)
Otto Gallery
Via D’Azeglio, 55 – 40123 Bologna
Orario: da martedì a
sabato ore 10.30-13 e 16-20
Ingresso libero
Info: tel. +39 0516449845; fax +39 0513393794; info@otto-gallery.it; www.otto-gallery.it
[exibart]
Sei un artista della parola, sei famoso e quindi puoi fare quello che vuoi partendo sempre dall’alto, sei amico di Bonito Oliva e di tutti quelli che contano nell’arte e nella cultura perciò i tuoi lavori godono di quotazioni notevoli pur non avendo fatto nulla di specifico in passato, allora cazzo…trova un tuo stile!
Non è che ci dobbiamo “zucare” (letteralmente “succhiare” nello specifico “sopportare”) un altro Mimmo Paladino! Già Lui ha abbondantemente saturato la nostra capacità di sopportazione. B A S T A !
2011: “C’è un mondo oltre la transavanguardia”!
n.b. dalle foto dell’articolo sembra che ci sia dentro anche un pò di Kounellis (il discorso non cambia !) Comunque mi riferivo alle opere visibili sul sito di Otto Gallery e della Galleria Scognamiglio.
Bergonzoni si concentri sull’ambito creativo in cui eccelle e si occupi d’arte magari da collezionista. La sua è un’invasione di campo a piedi uniti poco corretta, con lavori precisini ma che nulla tolgono e nulla aggiungono
ma da chi è raccomandata Bergonzoni? Mi sembra una delle persone più vuote e banali che siano mai esistite sulla faccia della terra, forse solo GIANNI MORANDI lo batte
Gentile puzzamerdapisciavomito, credo che prima di dire certe cose una persona onesta si dovrebbe informare. Mi riferisco in primis alle quotazioni di Bergonzoni: come fa a dire che sono alte se non è passato alla OTTO Gallery a vedere la mostra (cosa che si evince dai commenti sottostanti, ma nel caso non fosse così la prego di smentirmi)? I prezzi delle opere esposte sono pari a quelle di un artista alla sua quarta personale.
A mio parere, poi, non è consono ed è molto facile valutare una mostra dalle poche foto presenti su internet: non si vede tutta la mostra e non sono udibili le installazioni.
chiedo scusa.. La mia risposta era rivolta a Precipitevolissimevolmentemente!
è “IL POPOLO DELLA LIBERTA'” dell’arte contemporanea.
Non Esistono! leggiamo solo nomi.
Lasciamo stare le quotazioni,non è quello il problema, però la critica mi sembra molto pertinente.Io ho visto la prima mostra di Bergonzoni da Scognamiglio, non posso giudicare il valore artistico o economico delle opere ma riconosco nettamente il filone “transavanguardistico” che non leva e non mette nulla se non addirittura “disturba” per il fatto che sembra di vedere sempre le stesse cose.
Bergonzoni ha l’opportunità di fare arte ai massimi livelli, non la sprechi imitando altri artisti, Lui che ha fatto dello stravolgimento della lingua e della inconsuetudine la sua arte.
Bergonzoni che fa arte emulando quelli che vanno di moda,o come dire..
andando sul sicuro è un cazzotto nello stomaco!
Comunque è vero,la transavanguardia è così petulantemente ossessiva che molti,la vivono come un ‘imposizione politica, una condanna culturale!
Lei invece Tozzi, dovrebbe vigilare sulle parole che usa; Non è bello infatti alludere , seppure indirettamente, alla supposta dis-onesta’ altrui per mascherare le proprie incapacita’ nel valutare delle “cose” che anche se viste attraverso un sito (quello della Otto) sono MANIFESTAMENTE deboli, non tanto perche’ risapute ma , perche’, e veniamo alla questione sollevata : sono “cose” AL TRAINO.
Al traino di altra carriera e che in un ambiente trovano facile assorbimento(basta la nominazione del suo Autore).
Neppure in cio’ che ho letto , ho colto un qualcosa di inedito e , me lo lasci dire, “finemente eversivo” ; sono “cose” inoffensive destinate al giardinetto degli “eletti” (di cui presumo lei adori farne parte).
Non siamo nati ieri , Tozzi, e di questa roba e dei trucchetti che l’accompagnano ne abbiamo veramente LE TASCHE PIENE.
Amen.
la scuso Daniela Tozzi non si preoccupi.
puzzamerdapisciavomito
ha avuto piena ragion d’essere all’epoca della sua genesi, rifarla ora, magari benino, a trent’anni di distanza non ha senso. Bergonzoni dal canto suo approfitta poco elegantemente della crisi profonda in cui Bologna, Arte Fiera a parte, versa ormai da un ventennio e per la quale molti operatori dell’arte di quella città dovrebbero compiere un profondo esame di coscienza ed un relativo mea culpa. In una situazione morente l’ossigeno fornito da un nome di richiamo mediatico come il suo è un puro paliativo che nulla risolve.
Gentile Marras, al principio del mio commento ho risposto sull’argomento quotazioni delle opere in mostra perché anche di quello si parlava: non vedo perché bisogni spesso saltare a conclusioni sbagliate e metterle in piazza come se fossero vere. Sì, adoro far parte dell’ambiente artistico (altrimenti non ci lavorerei) e credo che non sia un ambiente di “eletti” come dice lei e io ne sono un esempio vista la mia estrazione sociale. Il sunto del mio commento precedente è che credo che sia necessario vedere una mostra prima di commentarla. Non entro nel merito di questa mostra perché sarei di parte lavorando per OTTO Gallery (come credo lei sappia).
Perche’ gentile ?! basta ed avanza Marras; d’altro canto non mi pare abbia assunto riguardo la questione un atteggiamento “bonario”. Detto questo Tozzi noto che Lei non si sia limitata solo al “capitolo” Quotazioni (sarebbe sciocco ridurre in modo cosi’ venale l’intera faccenda) poiche’ il primo commento , si insomma , quello di SEI UN ARTISTA DELLA PAROLA, non solo si basava su un giudizio, fondato e dal sottoscritto condiviso, ma sottilmente indicava anche un andazzo molto frequente nel suo “ambiente” ( a proposito non sapevo della sua qualita’ ho solo preso visione fotografica delle opere e della recensione) sia divenuto NORMA (silenziosa) e, naturalmente, Lei che non è d’accordo su questo (ma la comprendo e visto dalla sua prospettiva , la giustifico perche’ conservo un briciolo, aime’, di insopportabile cinismo) ha dirottato l’argomento altrove , ovvero, anziche’ difendere la mostra (è ovvio che quando si propone si è di PARTE!) ha scritto di incapacita’ altrui, presumo di comprenderla o di accettarLa commettendo cosi’, a mio parere, un errore di metodo, che certamente non favorisce l’artista in questione.
Ognuno di noi, cara Signorina Tozzi, non esprime VERITA’ ( lo so, è banale scriverlo ma sembra che Le sia sfuggito) ma solo esclusivamente personali valutazioni in base a cio’ che sa e che vede.
Di conseguenza, penso che da tali valutazioni, l’immagine del Signor Bergonzoni non uscira’ minimamente compromessa dal momento che la Otto, che Lei rappresenta ed il suo autorevole circuito sapra’ mettere (come sempre) in atto gli opportuni ANTIDOTI (silenzio assoluto).
La saluto Signorina Tozzi, buona domenica.
Cordiali commentatori,
vista e piaciuta, personalmente, l’esibizione e mostra in loco OTTO GALLERY in Bologna di alcuni inediti del Bergonzoni (il sincretismo poliforme che dell’Italia va salvato), mi trovo a esporvi quanto segue…
navigando exibart.com in merito a “Proporzioni occulte”, sono a leggere le Vs rispettabili opinioni e, come Voi, a fornire di seguito un punto di vista come un altro sulla questione. Parto dunque dal presupposto che, prestata debita attenzione a ciò che andate dicendo, alcuni dimostrino una loro eccessiva dipendenza dal rendersi visibili on-line su questo circuito previo commento non informato sulle esposizioni in corso, e altri dissertino, mescolando ambiti di discorso tanto dissimili e in modo valutativo, sulle quotazioni degli artisti (“oggettive”, ovvero riportate sugli annali di un mercato dell’arte fatiscente).
Mi preme portare alla Vs attenzione soprattutto che 1)le valutazioni estetiche su transavanguardia, già visto o kounellis lasciano debitamente il tempo che trovano (Bergonzoni ha certo fama altrove, e credo sia la curiosità più genuina che lo spinge ad affacciarsi al mondo delle esposizioni in gallerie più o meno commerciali: affacciarsi in modo ingenuo, forse, ma, per un “neofita” in modo particolarmente INTERESSANTE). 2)l’atteggiamento dell’egregio Marras pare empio di venature proprie della polemica più inutile: a riassumere il suo discorso sembra infatti non risultino elementi utili a un discorso costruttivo. Ahimé, proprio al Marras debbo contestare manchino particolari doti: in primis di elegante loquacia e in secondo luogo di conoscenza della pur minima esegesi estetica dei fenomeni contemporanei.
La presente solo per darvi idea della frustrazione che ho vissuto nel leggere il vostro scambio di commenti.
Cordialità,
un collezionista.
a ibundi…e perla come magni!sei un collezionista…? te ce vedo col Paladino en camera da faie vedè agli amici tua! Vai sul sicuro và !a Transavanguardia in questo paesucolo è na certezza…Purtroppo!
E si te fa tanto scifo er parere de chi commenta, leggite gli articoli e lascace chiacchierà ! nun te frustrà, rilassete!
Caro lettore Collezionista,
quando ho letto il suo commento ho avuto la sensazione di assistere ad un comizio.Per fortuna nel finale non si è preso la liberta’ di pronunciare un, liturgico, VIVA L’ITALIA.
Gli scrivo per fortuna in quanto ho avvertito in detta opportuna omissione, un certo senso della, misura. Misura che pero’ ho riscontrato assente in parte del suo scritto ; Infatti , vado per ordine di importanza, non mi risulta che nei commenti sia stata , in se, contestata nessuna mostra. Semmai è stata posta in discussione una collaudata nonche’ inequivocabile pratica di invasione di campo (anche maldestra) da parte di una persona legata ad un ambito artistico inteso, in senso lato (musica – teatro -cinema). Persona a cui, lei, tra l’altro non ha offerto una cosi’ valida difesa verbale dal momento, che lo ha distrattamente aggettivato come, “”neofita” certo con doratura di accompagnamento “quel modo particolarmente interessante” scrive che fa tanto brodo ma , aime’, di scarsa qualita’.
Non c è stata, nessuna polemica con chicchessia ma una comune e normale interlocuzione come di solito avviene tra commentatori che leggono la rivista.
Non è stato espresso nessun giudizio sommario contro nessuna tendenza ma si è colto, nella mostra, un linguaggio gia’ ampiamente sperimentato e messo in storia che mi dispiace per Lei, ma per alcuni commentatori (incluso il sottoscritto) non suscita piu’ nessuna erezione (chiedo perdono per la volgarita’ ma quanto mai funzionale allo scopo del dovuto chiarimento).
Se Lei ha fatto esperienza diretta della Mostra, le faccio i miei piu’ sinceri complimenti dal momento che non posso sindacare i gusti altrui, inclusi i suoi.
Riguardo la Psicologia da Lei adottata , secondo cui in questo spazio si scrivono commenti per una mera esigenza di visibilita’ le faccio notare (lo consideri pure cinismo) che con la stessa facilita’ posso estendere la stessa psicologia anche a Lei, dal momento che ha scritto la sua. Me ne guardo bene , nonostante abbia etichettato quelle dei commentatori “”rispettabili opinioni””” ad esclusione del sottoscritto che usa assumere atteggiamenti EMPI ( le sfugge un particolare, L’empieta’ è diventata oggi operazione quanto mai complessa che puo’, se ha la dovuta potenza, rivolgersi a ben altri ambiti rispetto a quel luogo che per tradizione viene nominato “sacro” )-
Concludo, riguardo i suoi fantomatici discorsi costruttivi di cui sono sprovvisto per significarLe , come ho gia riferito alla Signorina Tozzi, che i significati che la mostra porta hanno valore esclusivamente dentro il circuito che la ospita, sono parole che all’esterno non hanno nessuna presa, NON contaminano… il sincretismo poliforme che dell’Italia va salvato di cui ella si compiace e fa sfoggio puo’ sicuramente deliziare momentamente quando si ascolta il suo suono in un vernissage, alla presenza di autorevoli personalita’ del sistema, ma rimane una parola che viene assorbita all’interno e muore.
Arrivederci, Collezionista.
Cordiale Marras,
debbo dire che, colla vena narcisista che mi distingue, ritorno a visionare i commenti in calce alla pubblicazione l’esporsi del Bergonzoni. Ciò detto non m’esìmo di comunicarLe che, nonostante mi stia strofinando la fronte con la mano a pinza, concentrandomi, non sovviene lume alcuno per una coerente risposta in linea con il suo ultimo commento.
Ritengo di confermarLe nuovamente, che nell’intervento precedente riferivo PROPRIO della Sua loquace sgodevolezza, e non ad altri, avendone ulteriore indice verbale.
buon prosequio!
Cordiale ibundi
debbo dire che, colla vena narcisista che la distingue, dopo aver visionato i suoi commenti in calce alla pubblicazione non m’esìmo di comunicarLe che, nonostante mi stia strofinando i testicoli con la mano a pinza, concentrandomi, non sovviene lume alcuno per una coerente comprensione del suo ultimo commento.
Ritengo di confermarLe nuovamente, che nell’intervento precedente riferivo PROPRIO della Sua loquace sgodevolezza, e non ad altri, avendone ulteriore indice verbale.
buon prosequio!
…e basta con le canne !
Esimio Collezionista, forse debbo imputare alla sua vanita’ offesa l’impotenza del suo lume ad orietarsi perche’ per quanto riguarda il mio eloquio s-godevole , be’, per me non costuituisce un che’ di procurevole imbarazzo, posto che Esistono cose ben peggiori, NON trova collezionista ?
Tante belle cose, collezionista, alla prossima.