Una voce morbida, quella di
Sarah Moon (Inghilterra, 1941; vive a Parigi), che rivisita le fiabe di Andersen e Perrault nei cortometraggi
Circuss (da
La piccola fiammiferaia) e
Le fil rouge (da
Barbablù), proiettati nell’ambito della mostra fotografica
L’Effraie/Il Barbagianni (da
Il soldatino di piombo).
Irrinunciabile appuntamento del
Si Fest, il Savignano Immagini Festival giunto alla sua 17esima edizione che, grazie alla direzione artistica di Laura Serani, conferma un clima internazionale di altissimo livello.
La romantica storia d’amore del soldatino e della ballerina, nell’interpretazione della fotografa e cineasta anglo-francese, respira in modo autonomo. Mentre il viraggio conferisce alle fotografie un sapore d’altri tempi. La messinscena è cinematografica. Interni sobri si alternano a paesaggi dove lo sguardo si perde nei ricami dei campi coltivati, che sembrano incisi all’acquaforte come le pelli maculate dei felini.
La ballerina che esce dalla fotografia, l’emozione del soldatino: “
Una specie di Giulietta e Romeo per bambini”, afferma Sarah Moon. “
È stata un’opportunità per recuperarne i simboli e, attraverso la grande libertà della tradizione orale, potermene riappropriare e reinterpretarli. A ogni modo, non ho proprio una passione per le favole, né una conoscenza così dettagliata. Il meraviglioso degli altri non mi interessa, devo farlo comunque mio”.
“
Passarono la notte in un campo d’orzo. / Il sole che non tramontava più, assomigliava alla luna”: le frasi in francese accompagnano le immagini, prendendo per mano lo spettatore in un percorso che sconfina nel mistero, nell’irreale.
Enigmatico ed etereo è definito lo stile di Sarah Moon; ma è anche evanescente e sognante, inquietante. Incursioni emotive e psicologiche, certamente, attraversano il suo lavoro da sempre, sin da quando -alla fine degli anni ’60- dopo l’esperienza di modella realizzava le sue prime fotografie di moda, prendendo a modello
Guy Bourdin, artefice di una fotografia di moda proiettata nel surreale. Ammira poi altri grandi fotografi, benché lontani dal proprio linguaggio narrativo:
Helmut Newton,
Diane Arbus,
Henri Cartier-Bresson.
Pur avendo utilizzato in passato anche il colore, soprattutto per gli scatti di moda (a partire dal 1969-70 ha realizzato numerose campagne pubblicitarie per Cacharel), Sarah Moon è convinta che l’essenza della fotografia sia il bianco e nero, di cui ha sondato ogni possibilità: solarizzazione, grana grossa… E dal 1985 si dedica esclusivamente ai propri progetti. Alla ricerca di un’eco tra quello che fotografa e se stessa.