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fino al 6.I.2009 | Katharina Grosse | Modena, Galleria Civica

di - 8 Ottobre 2008
Un titolo provocatorio – Un altro uomo che ha fatto sgocciolare il suo pennello – quello scelto da Katharina Grosse (Friburgo, 1961; vive a Düsseldorf e Berlino) per l’intervento realizzato alla Palazzina dei Giardini; un titolo che, col suo sarcasmo, strizza l’occhio al machismo della pittura moderna e della sua teoria critica, e all’analogia pennello/fallo come strumento “creatore”, generatore/padre di opere d’arte.
Si potrebbe affermare che tutta la sua produzione artistica, sin dai più tradizionali esordi astratti su tela, cancella ogni precedente, pur tenendolo in ampia considerazione, sgretola qualsiasi gerarchia o convenzione per tornare all’origine. Quella di Grosse è pittura riportata alla sua essenza: applicazione di colore puro su una superficie, quando ogni superficie esistente può di diritto entrare a far parte di un’opera. Qualsiasi angolo dello spazio scelto o predestinato, ogni sgabuzzino, bagno dismesso, sala controllo per gli operatori o sottoscala diviene parte attiva di una nuova e definitivamente temporanea atmosfera.
Tutti gli interventi sono infatti specificamente concepiti e realizzati in situ, sono “eventi”, parentesi momentanee nella vita degli edifici che li ospitano (nel caso della Palazzina, l’imminente progetto di ristrutturazione cancellerà l’opera). Nessun disegno preparatorio, nessuno schizzo; i contorni si dissolvono in nuvole di colore acrilico applicato con pistole ad aria compressa, la gestualità e i movimenti nello spazio sono parte di una performance privata, di cui il pubblico può vedere solamente il risultato e ricostruirne l’esecuzione.

Per Modena, Grosse ha esteso il proprio intervento allo spazio esterno: una montagna d’argilla colorata a getti di giallo, verde, rosa e blu accoglie i visitatori, rompendo l’ostentata simmetria della facciata. All’interno – tranne che per la piccola sala ottogonale d’ingresso, dominata da due gigantesche tele verticali – la battaglia alla simmetria architettonica continua: mentre nell’ala destra dell’edificio gli interventi sono limitati e lasciano spazio ad ampie e intonse porzioni di muro, l’ala sinistra si sviluppa in un vortice di colori stratificati su tele, pavimenti e grandi rocce in cartapesta.
Appoggiata su un trabattello a ridosso di una delle finestre aperte, Untitled (2005) – una grande tela creata per un precedente intervento – si affaccia all’esterno, mentre il retro è spruzzato di verde scuro e inglobato nell’attuale installazione. Anche il nero dell’oscurità entra a far parte dell’opera: il buio dello spazio oltre una piccola porta d’accesso al solaio si fonde con i colori cupi e intensi spruzzati nell’angolo adiacente; la luce del sole entra dalle grandi vetrate aperte per l’occasione e ravviva i bianchi e i gialli che popolano i muri di fronte.

Le scelte cromatiche brillanti, il dinamismo dei gesti registrato sulle superfici, la negazione e l’implicita rigenerazione dello spazio rendono l’opera di Grosse una continua vertigine, un vortice di vibrazioni che avvolge e disorienta lo spettatore. Psichedelia e graffitismo anni ‘80, espressionismo astratto e muralismo convivono nel substrato di una metodologia non ortodossa, che trasforma e contraddice gerarchie architettoniche e culturali. E che propone la trasformazione e il cambiamento come elementi fondanti un intimo e personale approccio alla pittura.

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mostra visitata 20 settembre 2008


dal 19 settembre 2008 al 6 gennaio 2009
Katharina Grosse – Un altro uomo che ha fatto sgocciolare il suo pennello
a cura di Milovan Farronato e Angela Vettese
Galleria Civica d’Arte Moderna – Palazzina dei Giardini
Corso Canalgrande, 103 (centro storico) – 41100 Modena
Orario: da martedì a venerdì ore 10.30-13 e 15-18; sabato, domenica e festivi ore 10.30-18
Ingresso libero
Catalogo disponibile
Info: tel. +39 0592032911; fax +39 0592032919; galcivmo@comune.modena.it; www.comune.modena.it/galleria

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  • altro curatore inutile e pigliatutto... se vuole Modena che almeno se ne vada da via Farini, dove svolge un'attività faticosa e senza passione

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